La carenza di personale a Poste Italiane Spa nei diversi ambiti aziendali a livello modenese, in particolare nel recapito e nella sportelleria sta assumendo dimensioni preoccupanti. L’incertezza dell’emergenza sanitaria con una nuova ondata di contagi che il Paese sta attraversando e la riduzione progressiva degli organici ha forti ripercussioni sulle condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori di Poste Italiane Spa in questa provincia.
“Le continue pressioni commerciali, su consulenti e sportellisti, sempre più aggressive e non rispettose del Codice Etico e i continui distacchi di operatori di sportello in uffici diversi da quelli assegnati sono segnali evidenti di un peggioramento delle condizioni di lavoro” afferma sindacato Slc/Cgil secondo il quale “Poste nella prima fase della pandemia non sia stata ineccepibile nel gestire l’emergenza, i dispositivi sono arrivati tardi e spesso non coprivano il fabbisogno”.
“La chiusura di molti uffici postali (circa 70 uffici durante i mesi di marzo e aprile 2020) in tutta la provincia non deve oggi tradursi in un piano di riduzione del personale non dichiarato.
Nella nostra provincia, c’è stata una progressiva riapertura e attualmente abbiamo circa 40 uffici, dei 133 previsti su tutto il territorio provinciale, aperti solo alcuni giorni alla settimana con lunghe code ovunque ci sia un ufficio aperto (in foto l’ufficio di Modena centro).
Registriamo un clima organizzativo sempre più ostile verso chi lavora in azienda. Indicazioni operative sulle ferie disattese, revoca dei part-time, aspettative e permessi speciali non riconosciuti, mancata attivazione dello smart working per i lavoratori fragili, alimentano sconforto tra il personale.
Nei centri di recapito della corrispondenza, la copertura delle zone con personale stabile è ancora lontano dal realizzarsi e le assunzioni previste da politiche attive risultano irrisorie rispetto al fabbisogno.
Il modello organizzativo del recapito postale non permette l’azzeramento del percorso del corriere entro l’orario normale di lavoro, causando continue richieste di lavoro supplementare che vanno ad incidere sulla difficoltà dei lavoratori di conciliare tempi di lavoro con esigenze familiari, specie per i genitori con i figli in età scolare” prosegue Slc/Cgil Modena.
“L’emergenza sanitaria da covid-19 che sta registrando una costante crescita dei casi anche in azienda e pone l’obiettivo primario di salvaguardare la sicurezza e la salute delle persone.
Per noi diventa fondamentale che il luogo di lavoro sia un posto il più sicuro possibile nel rispetto dei protocolli sottoscritti tra Governo e Parti Sociali e il numero degli addetti sia sufficiente a garantire un servizio essenziale, necessario ai cittadini della nostra provincia.
La Slc/Cgil ritiene che il tempo sia scaduto, non siamo più nelle condizioni di rimandare lo stato d’agitazione visto che le problematiche e le criticità si moltiplicano a dismisura e sono gli operatori postali a pagarne direttamente le conseguenze, con aggressioni da parte della clientela che si vede costretta quotidianamente ad affrontare ore di code.
Le lavoratrici e i lavoratori di Poste Italiane, svolgono attività ritenute essenziali per il Paese. Ricordiamo che hanno continuato a lavorare per il bene dell’azienda e della comunità anche durante il lockdown, garantendo servizi essenziali come il pagamento delle pensioni e servizi in scadenza, ma non solo”.
La Slc/Cgil ritiene che “gli operatori di Poste Italiane non possono pagare le inadempienze organizzative e le carenze strutturali di personale per questi motivi proclama lo sciopero di ogni prestazione aggiuntiva e straordinaria dal 16 novembre al 2 dicembre ed è al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori di Poste Italiane in questa provincia”.