Raccogliamo con grande preoccupazione il grido di allarme che arriva dal mondo della cultura e della ristorazione rispetto alle nuove restrizioni contenute dal DPCM firmato nelle ultime ore. Pur comprendendo come tali restrizioni siano dettate da un quadro epidemiologico che si aggrava costantemente, e che di conseguenza riguardano anzitutto la salute pubblica, non possiamo fare a meno di notare come vadano a pesare su settori già pesantemente penalizzati dall’emergenza in atto.
Da una parte c’è un virus che colpisce anzitutto la socialità, dall’altra un’esigenza umana di trovare in essa spunti per la crescita delle nostre comunità: una dicotomia per cui è necessario sforzarsi di trovare un nuovo equilibrio che non può prescindere dal sostegno alle attività coinvolte pur in un contesto emergenziale. Da sindaci di un territorio che ha fatto dell’attenzione a queste tematiche una bandiera riconosciuta a livello nazionale, ci auspichiamo dunque che gli interventi che siamo costretti a mettere in campo in questo momento – tra cui la rinuncia alla maggior parte degli eventi culturali e ricreativi – siano compensati dalla previsione di un ristoro dei soggetti coinvolti. Questo vale sia per gli operatori culturali sia per gli addetti alla ristorazione, che nel nostro territorio rappresentano migliaia di persone e di famiglie, un’autentica ricchezza che non possiamo rischiare di perdere. Sentiamo insomma come necessario sottolineare che, anche a livello normativo, cultura e socialità debbano tornare ad essere considerate autentiche priorità, non solo economicamente, fattori che connotano la nostra “identità emiliana” e che contribuiscono alla coesione sociale delle nostre comunità.
(Il coordinamento dei sindaci della Provincia di Reggio Emilia)