L’Ufficio di Presidenza della Conferenza territoriale sociale sanitaria metropolitana (CTSSM), riunitosi questa mattina in videoconferenza, ha dato il via libera alle Linee di indirizzo per la redazione del piano di riorganizzazione ospedaliero metropolitano a seguito dell’emergenza Covid-19
All’incontro, coordinato dal presidente della Ctssm Giuliano Barigazzi, hanno partecipato tra gli altri: l’assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini, il rettore Francesco Ubertini, la direttrice dell’Ausl di Bologna Chiara Gibertoni, il direttore generale dell’Istituto Ortopedico Rizzoli Mario Cavalli e il direttore generale dell’Ausl di Imola Andrea Rossi.
Obiettivo delle linee di indirizzo approvate oggi, che saranno alla base del Piano che verrà redatto nelle prossime settimane, è la trasformazione della difficile fase di emergenza sanitaria vissuta in questi mesi in una opportunità per sviluppare ulteriormente la qualità del servizio sanitario regionale nell’ambito metropolitano bolognese realizzando compiutamente l’integrazione territoriale e ospedaliera tra Aziende Sanitarie, quale elemento chiave – già assunto dalla CTSSM – per l’efficacia delle cure e dell’offerta di percorsi e presa in carico ai cittadini. Consapevoli, nella fase di riavvio dopo l’emergenza Covid 19, della necessità di definire nuovi standard strutturali orientati a garantire sicurezza per i pazienti e gli operatori sanitari e di una rapida ripresa dell’attività specialistica e programmata sospesa durante la fase pandemica al fine di recuperare i tempi di attesa di ricovero e ambulatoriali.
A tal fine Regione e Ctssm, in concerto con l’Università di Bologna, hanno deciso di approvare le seguenti linee di indirizzo strategico per le Aziende Sanitarie che saranno alla base del Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera territoriale metropolitana e le conseguenti azioni da compiere:
a) mappatura delle strutture dell’area metropolitana che contengale criticità rilevate a seguito della necessità di nuovi standard di sicurezza ela quantificazione della riduzione dei posti letto (con particolare riferimento all’Aosp Bologna).
b) Verifica preliminare del ricollocamento in ambito pubblico di posti letto temporaneamente persi.
c)Valorizzazione della rete ospedaliera metropolitana definendo progetti nonsemplicemente di ricollocazione di posti letto ma di integrazione di percorsi clinici e modalità organizzative tra i grandi ospedali cittadini.
Sviluppo e consolidamento dei singoli ospedali collocati nel resto dell’area metropolitana. Valorizzazione dunque che comporta tempi di realizzazione diversificati dagli interventi più urgenti a quelli di più lungo respiro prevedendo così il coinvolgimento dei professionisti delle Aziende Sanitarie.
d) Ricorso, attraverso il governo regionale delle relazioni con la sanità privata accreditata, di un supporto esclusivamente logistico per tutti i posti non ricollocabili nella rete pubblica, tenendo conto dell’ottimale gestione dei percorsi sanitari a garanzia dei cittadini.Temporaneità di tale collocazione legata alla precisa e stringente tempistica di realizzazione delle opere previste in ambito pubblico dal piano di riorganizzazione.
e) Rimodulazione dei piani di investimenti delle Aziende con definizione di tempistica delle opere e quantificazione degli investimenti necessari.
Per accompagnare questa fase si è inoltre deciso:
1. che le Aziende procedano in sede regionale ad un confronto sia per quanto riguarda il piano investimenti che necessariamente per la relazione e gli eventuali accordi con la sanità privata accreditata.
2. di aprire il necessario confronto con le parti sociali sulle presenti azioni e indirizzi e sulla programmazione conseguente.
3. di istituire un Tavolo di lavoro con Regione e Università di Bologna per definire modelli di integrazione tra le Aziende ASL (Bologna e Imola) e Università che consentano il collegamento tra assistenza, didattica, formazione e ricerca nei livelli territoriali ed ospedalieri di riferimento.
Si conferma infine la decisa volontà di Regione e Ctssm di ripartire nel contempo con la progettazione nell’ambito dell’assistenza territoriale e della sua integrazione con quella ospedaliera.