“La Fase 2, come prospettata dal premier Conte, per quanto ci riguarda è bocciata. Aspettiamo una revisione profonda delle misure prospettate. Qui siamo in Emilia, nel cuore del sistema manifatturiero non solo italiano ma europeo, e a Roma dimostrano di non avere idea di come salvare il tessuto economico del nostro territorio. L’unica speranza è che in Regione capiscano che, con queste misure, si ammazzano le imprese sane e si fanno proliferare abusivi e usurai”. E’ durissimo il commento del segretario generale Lapam Confartigianato Carlo Alberto Rossi.
“Non si capisce perché le imprese, manifatturiere, artigiane o commerciali, che hanno la possibilità di garantire la sicurezza e il distanziamento previsto dai protocolli non possano riaprire tutte. Dire ad alcune attività che devono rimanere chiuse ancora per settimane, quando non per oltre un mese (come bar, ristoranti e comparto benessere), senza per altro spiegare come potranno ripartire, non è più solo una presa in giro agli imprenditori di questi comparti, ma diventa una vera e propria sentenza capitale. Forse non si capisce che a giugno tanti non riapriranno, non a causa delle decisioni del Governo, ma perché avranno chiuso per sempre. Questi interventi, queste misure, vanno contro i protocolli che sono stati minuziosamente studiati e messi a punto nelle settimane scorse e continuano a far percepire l’idea che gli imprenditori sono degli irresponsabili che vogliono mettere a repentaglio la salute di collaboratori, clienti e fornitori. Questo modo paternalistico di trattare gli imprenditori è inaccettabile”.
Rossi conclude il ragionamento sulla stessa lunghezza d’onda e fa alcune domande: “Sì ai grandi centri commerciali e no ai piccoli negozi: perché? Sì all’edilizia pubblica e no a quella privata: perché? Sì all’asporto e no alla possibilità di prendere un caffè a due metri di distanza l’uno dall’altro: perché? E, soprattutto, di fatto si dice sì all’abusivismo (quanti vanno casa per casa per fare i capelli in questo periodo?) e no a riaprire in piena sicurezza parrucchieri e centri estetici: ancora una volta perché? E, infine, sì a rimanere chiusi per decreto e sì a creare masse di disoccupati e di futuri percettori di reddito di cittadinanza… questo è chiaro a chi ci governa?
Poi, come sempre in Italia, ci si rifugia dietro a eventuali correttivi da mettere in corsa, creando ancora più confusione. E’ ora che la politica smetta di nascondersi dietro a tecnicismi e assuma scelte chiare e tempestive. Modena, l’Emilia, il Paese non possono più attendere”.