È scaduto mercoledì scorso il termine ultimo per presentare al Comune di Reggio Emilia la richiesta di buoni spesa che le famiglie e i cittadini in difficoltà economica, a causa dell’emergenza Coronavirus, possono utilizzare per acquistare generi alimentari e beni di prima necessità. Complessivamente sono 5.900 le domande pervenute e correttamente compilate da residenti (95%) e domiciliati (5%), per soddisfare le quali verranno erogati circa 960 mila euro, di cui 908.218,94 euro provengono dai fondi stanziati dalla Regione Emilia Romagna per la città di Reggio Emilia mentre i restanti oltre 50 mila euro saranno coperti con fondi dell’Amministrazione comunale.
“Abbiamo deciso di integrare con fondi del Comune di Reggio la cifra corrisposta dal Governo – afferma il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi – Per aiutare le famiglie in difficoltà. Quando ci siamo resi conto che i 908mila euro stanziati da Roma non erano sufficienti ci siamo confrontati all’interno della Giunta e abbiamo ritenuto doveroso riuscire a mettere a disposizione le risorse necessarie per venire incontro alle esigenze di chi è stato particolarmente colpito dall’emergenza Coronavirus. Da alcune settimane è attivo il Fondo di Mutuo Soccorso del Comune di Reggio Emilia proprio perché, a fianco di un potenziamento doveroso della sanità pubblica, tutti i Comuni italiani dovranno fare fronte nei prossimi mesi e anni a nuove esigenze che hanno a che vedere prioritariamente con quattro categorie di interventi: aiuto alle famiglie in difficoltà per la spesa alimentare, sostegno al sistema scolastico, drammatica perdita di introiti per tutto il mondo della cultura che impiega migliaia di lavoratori; nuove esigenze del welfare in particolare per quanto riguarda l’assistenza agli anziani”.
La verifica delle domande ha rilevato che il 26% dei richiedenti è costituito da nuclei mono famigliari, mentre il 20% circa sono nuclei di tre o quattro componenti e un ulteriore 16% sono famiglie con 5 o più persone.
Per quanto riguarda il profilo dei richiedenti, per oltre il 35% si tratta di lavoratori che in queste settimane hanno subito perdita o azzeramento del reddito a causa dello stato di emergenza; il 38% è rappresentato da cassa integrati che non hanno ancora percepito la cassa integrazione e circa il 26% è costituito dal mondo delle partite Iva bloccate dal decreto ministeriale.
Complessivamente, quasi l’80% delle famiglie che hanno fatto richiesta dei buoni spesa non godono di altri contributi, come il Reddito di cittadinanza o altre misure di sostegno statale alla povertà. Si tratta, quindi, di ‘nuovi’ utenti, non conosciuti e non in carico ai servizi sociali comunali.
La gestione delle domande pervenute – oltre 10mila contatti, tra chiamate telefoniche, email e messaggi WhatsApp – ha comportato un enorme e straordinario lavoro da parte degli uffici comunali: l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, gli sportelli dei Poli sociali e le Farmacie Comunali Riunite. Per far fronte a questa emergenza, è stato raddoppiata la presenza del personale dell’Urp, aumentato da 6 a 12 unità operative ogni giorno, che hanno potuto evadere efficientemente più della metà delle chiamate complessive.
IL CONTRIBUTO – I buoni, che potranno essere utilizzati in questa fase di emergenza, sono disponibili in sei valori diversi:
- 100 euro (nucleo monopersonale)
- 150 euro (nuclei di 2 persone)
- 200 euro (nuclei di 3 persone)
- 250 euro (nuclei di 4 persone)
- 300 euro (nuclei di 5 persone)
- 400 euro (nuclei di sei o più persone)
DOVE SPENDERE I BUONI – I buoni potranno essere spesi per l’acquisto di generi alimentari o beni di prima necessità presso gli esercizi commerciali di vicinato e della grande distribuzione, indicati in un apposito elenco consultabile all’indirizzo www.comune.re.it/buonospesacoronavirus.