Per la fase due servirà sangue per garantire l’esecuzione degli interventi chirurgici sospesi per l’emergenza coronavirus che via via dovranno essere recuperati. Molto sangue significa molti donatori, un messaggio che i bolognesi non hanno lasciato cadere tanto che si è impennato nel mese di marzo, in piena emergenza covid, il numero di aspiranti donatori, dai 119 del marzo 2019 ai 474 di quello del 2020, quadruplicati.
All’appello ha risposto anche la comunità dello Sri Lanka che, grazie al coordinamento dell’Associazione Andromeda, ha coinvolto 60 dei suoi membri che hanno cominciato gli esami per diventare donatori. Per non creare assembramenti e gestire in sicurezza le visite e gli esami necessari è stato necessario suddividere le sedute in più giornate, sarà l’Associazione Andromeda a farsi carico di questo aspetto gestendo il trasporto dal domicilio del candidato al centro di donazione. Il primo appuntamento è stato oggi 24 aprile al Centro trasfusionale presso l’Ospedale Maggiore con i primi 30 aspiranti donatori.
“Parte anche da qui, da una giornata come questa, la costruzione della fase 2 COVID-19” commenta Chiara Gibertoni, direttore generale del Policlinico di S. Orsola e commissario straordinario dell’Azienda Usl di Bologna. “Nuovi donatori di sangue, una raccolta che non si è mai fermata anche nei giorni più terribili della pandemia, per ripartire al più presto ed essere già pronti ad affrontare la ripresa delle attività chirurgiche. Ed è particolarmente significativo che la generosità dei donatori provenga, oggi, anche dalla comunità dello Sri Lanka, ben radicata qui a Bologna, come in tutto il Paese. Il nostro grazie, quindi, ai nuovi donatori e all’Associazione Andromeda, che ha promosso questa bella giornata”.
“La risposta dei cittadini è stata straordinaria, – ha commentato Vanda Randi, direttore del Trasfusionale Unico Metropolitano – ulteriore espressione del grande senso di solidarietà da sempre espresso dalla nostra popolazione.
Si sottolinea inoltre l’impegno particolare del personale medico ed infermieristico del Trasfusionale Unico Metropolitano che si è dimostrato molto responsabile, collaborativo e disponibile. Per favorire le visite ai candidati donatori sono state garantite, infatti, aperture pomeridiane straordinarie presso la Casa dei Donatori sin dal mese di Marzo, almeno una settimanale, in aggiunta alle due già programmate.”
Dopo una prima settimana di disorientamento, in cui le donazioni sono calate del 5% circa in Emilia Romagna, dai primi giorni di marzo, grazie agli appelli istituzionali, i donatori hanno ripreso in gran numero a presentarsi nelle sedi di donazione.
Grazie a regole organizzative stringenti la donazione avviene in totale sicurezza per il donatore e l’operatore. È infatti possibile effettuare la donazione solo su prenotazione, è stata aumentata la distanza tra le poltrone in sala prelievi e anche in sala di attesa deve essere mantenuta la distanza di sicurezza.