Duemila uova di Pasqua al Policlinico di Modena e all’Ospedale di Baggiovara, altre 400 all’Ospedale di Sassuolo, 550 all’Ospedale di Carpi e a residenze per anziani dei comuni delle Terre d’Argine, altre 550 suddivise tra le case protette nelle Terre dei Castelli, la Casa della Salute di Castelfranco Emilia, la Croce Blu di Modena, i comuni di Concordia e Campogalliano, per i malati di Covid-19 e il personale socio-sanitario che in questi giorni sta sostenendo il peso dell’emergenza.
Sono questi i numeri della donazione che l’associazione Kabara Lagdaf ha deciso di convertire rispetto alla raccolta di autofinanziamento pasquale a sostegno del popolo Saharawi, in un gesto di solidarietà verso gli ospedali modenesi, donando 3500 uova di cioccolato: “Quando avevamo organizzato la nostra tradizionale raccolta fondi con la vendita delle uova pasquali, a sostegno del popolo Saharawi non potevamo immaginare che ci saremmo ritrovati al centro di una pandemia mondiale”, spiega Stefano Vaccari, presidente dell’associazione.
“Kabara Lagdaf è da sempre al fianco dei più deboli e sostiene progetti sanitari nei campi profughi dell’Algeria, per questo abbiamo deciso che le uova di quest’anno dovevano essere destinate al sistema sanitario del nostro territorio, in segno di sostegno e solidarietà ma anche come ringraziamento per l’amicizia e la collaborazione che ci è stata offerta in questi anni di progetti comuni, in particolare con il Policlinico di Modena. Speriamo di poter regalare un sorriso ai malati, ai medici, agli infermieri e a tutto il personale socio-sanitario che in questi mesi ha messo a rischio la propria vita per salvare le nostre. A tutti loro va il nostro sentito ringraziamento”.
Alla donazione si aggiunge l’invito rivolto a socie e soci a sostenere il sistema sanitario sia direttamente sui conti correnti dedicati degli istituti oppure attraverso quello dell’associazione, che si impegna a versare i fondi raccolti per sostenere gli ospedali modenesi nella lotta al Covid-19. L’associazione Kabara Lagdaf sostiene dal 1992 il diritto all’autodeterminazione e alla libertà del popolo Saharawi. Oltre all”invio di aiuti umanitari, si occupa nei mesi estivi dell’accoglienza di bambini provenienti dai campi profughi di Tindouf (Algeria) quest’anno sospesa globalmente per la pandemia, organizza progetti sanitari a favore della popolazione minorile e coordina l’adozione a distanza di minori portatori di handicap e celiaci.