Salito a cavalcioni sul corpo della moglie in piena notte, dopo averle sferrato un pugno ha cercato di soffocarla con un cuscino. Il figlio minore della coppia, sentendo le urla della madre, si è svegliato interrompendo l’azione delittuosa del padre e dando l’allarme ai carabinieri. I fatti risalgono alla fine dello scorso mese di gennaio quando i carabinieri di Bibbiano, su input dell’operatore del 112 allertato dal figlio minorenne della coppia, sono intervenuti nell’abitazione di una famiglia abitante in provincia di Reggio Emilia portando alla luce un’inquietante ed aberrante vicenda di violenza domestica, che poteva concludersi tragicamente se non vi fosse stato proprio l’intervento del figlio della coppia che ha posto fine alle intenzioni del padre allertando i carabinieri che ora l’hanno arrestato.
La Procura reggiana infatti, condividendo con le risultanze investigative dei carabinieri di Bibbiano, ha richiesto ed ottenuto dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia, un provvedimento restrittivo di natura cautelare che è stato eseguito dai carabinieri che hanno arrestato l’uomo con l’accusa di tentato omicidio.
Secondo quanto accertato dai militari l’uomo, la notte del 22 gennaio scorso, nel pieno della notte utilizzando un cuscino ed approfittando del fatto che la donna, una 40enne, stava dormendo, si avventava contro la stessa cercando di soffocarla con un cuscino premuto sul viso. Non riusciva nell’intento per l’intervento del figlio minore che sentendo le urla della mamma si svegliava irrompendo nella camera dei coniugi per poi dare l’allarme ai carabinieri. Dalla segnalazione del minore ha quindi preso il via l’indagine dei carabinieri che ha portato alla luce la grave condotta delittuosa dell’uomo, che è stato quindi denunciato per il reato di tentato omicidio. Grazie a quella chiamata e agli approfondimenti investigativi dei carabinieri l’uomo, che riteneva al capolinea il suo matrimonio sospettando tradimenti da parte della moglie, è stato quindi arrestato e ristretto a disposizione della Procura reggiana.