“Non possiamo dimenticare le tante vittime innocenti e il dramma dei nostri connazionali spogliati di tutto e costretti a lasciare le proprie terre e le proprie case. Sempre di più, il Giorno del Ricordo diventa quindi una ricorrenza dal significato profondo: per ricordare tutti coloro che hanno perso la vita, chi ha visto il proprio destino subire una svolta drammatica e per non lasciar cadere il monito che ancora una volta la storia ci consegna, contro la follia di ogni totalitarismo e autoritarismo, della violenza cieca contro chi viene ritenuto diverso su basi etniche e per le proprie origini, vittime di un odio intollerabile. L’orrore che produce perdere di vista anche solo per un attimo la nostra umanità”.
Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, alla vigilia del Giorno del Ricordo, il 10 febbraio, istituito dal Parlamento con la legge 92 del 30 marzo 2004 con l’obiettivo di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel Secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
“Abbiamo bisogno oggi più che mai di una memoria condivisa, contro ogni negazionismo, per guardare al futuro con la speranza che simili drammi non debbano mai ripetere e per evitare che sul sacrificio dei nostri connazionali cali un inaccettabile silenzio. Solo attraverso la memoria, il ricordo e la conoscenza possiamo guardare a un mondo di persone libere”.
In occasione del Giorno del Ricordo va poi ricordato come l’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna abbia riassunto in un video i cinque anni di iniziative per ricordare le vittime delle foibe: dai “Viaggi del Ricordo” degli studenti, alle mostre allestite dal parlamento regionale sul Villaggio San Marco di Carpi.