La Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, nel suo spazio dell’Oratorio di San Filippo Neri, ha chiesto a Mismaonda di sviluppare per quest’anno un percorso che mettesse in evidenza il pensiero e la creatività femminile. Mariangela Pitturru, direttrice di Mismaonda dichiara «Insieme si è scelto, lontano da riserve autoreferenziali, di offrire un programma dove le donne fossero, una volta tanto, in maggioranza. Schiacciante».
Donne che stanno facendo la storia e donne che portano sul palco chi la storia l’ha fatta. Donne che prendono il testimone da chi le ha precedute e lo passano a chi verrà dopo di loro. Donne impegnate nell’arte, in filosofia, teatro, musica. Ma anche avvocatesse, scienziate, religiose. Ragazze che si avvicinano alla maternità e “speriamo che sia femmina”. Ragazze che “#ioballoperlei”, alla ricerca delle eroine contemporanee. Ragazze che “diverso è bello”. Ragazze che non smettono di lottare per non essere prese in considerazione solo se belle. Ragazze che vogliono e sanno farsi ascoltare.
E tra di loro i ragazzi, i più talentuosi.
Una sfida importante per uno spazio aperto e inclusivo qual è l’Oratorio divenuto LabOratorio, attento a stimolare il confronto, accogliere sollecitazioni, condividere esperienze. Col conforto della crescente affluenza di un pubblico trasversale e delle proficue collaborazioni con le istituzioni e gli operatori culturali cittadini.
«Anche quest’anno all’Oratorio di San Filippo Neri la Fondazione del Monte offre al territorio un laboratorio teatrale aperto a tutti e gratuito. Sperimentiamo linguaggi diversi e modi di messinscena innovativi per catturare l’attenzione anche di coloro che non vanno abitualmente a teatro. Combiniamo ad esempio con la musica la presentazione di libri e la lettura di classici, accogliamo giovani talenti, mescoliamo generi, generazioni, culture, paesi, e diamo voce alle storie, alla professionalità, alla creatività delle donne, che purtroppo in Italia spesso non ricevono l’attenzione che meritano» dichiara Giusella Finocchiaro, Presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Donne, dunque.
L’idea che sostiene il programma è quella di tracciare una sorta di mappa di quello che le donne dicono attingendo agli esempi del passato, soffermandosi sul presente per proiettarsi nel futuro. Generazione dopo generazione, a cominciare dalla piccola Emilia, la figlia di pochi mesi di Paola Aiello – attrice e drammaturga con Nicola Borghesi ed Enrico Baraldi di Kepler 452 – al centro di Questo spettacolo si chiama Emilia: domande e risposte che la mamma porterà in scena a seguito di un lavoro di ricerca condotto dal gruppo sulla questione di genere.
Poi i teenagers. Dopo il libro di Serena Dandini Il catalogo delle donne valorose che ha ispirato lo spettacolo di e con Lella Costa Se non posso ballare, non è la mia rivoluzione, la onlus The Circle, fondata da Annie Lennox, network di donne che sostiene progetti a favore delle donne che vivono in difficoltà in Italia e nel mondo, ha deciso di seguire lo spettacolo con una challenge social, #ioballoperlei, volta a conoscere chi sono le valorose per gli under 20. In occasione del passaggio a Bologna, al Teatro Duse, dello spettacolo di Lella Costa, al San Filippo Neri il pomeriggio del 29 febbraio una ventina di ragazzi saliranno sul palco per raccontare il loro pantheon femminile (in collaborazione col Fantateatro).
Quindi si prosegue indagando le complessità, le visioni e le fragilità delle giovani donne con due attrici trentenni: Emanuela Fanelli (è stata protagonista della serie Dov’è Mario? con Corrado Guzzanti e attualmente è nella clip L’immigrato di Checco Zalone) e Federica Cacciola, nota ai più come Martina Dell’Ombra, influncer da migliaia di follower, reduce dall’aver affiancato Serena Dandini nella trasmissione Stati Generali.
Del giro di boa dei quarant’anni racconterà la scrittrice e blogger Enrica Tesio che, accompagnata dal cantautore Mao, teorizza nel suo spettacolo che Gli adulti non esistono.
Quindi il panorama si allarga a comprendere personalità straordinarie che hanno inciso nella storia, rievocate da donne contemporanee di talento, forza e impegno.
È il caso di Ottavia Piccolo ed Elena Bucci che presenteranno rispettivamente una versione site specific dei loro spettacoli dedicati ad Anna Politoskaja e Oriana Fallaci. Bianca Berlinguer ripercorrerà la Storia di Marcella che fu Marcello attraverso il volume che la giornalista ha dedicato a Marcella Di Folco, figura cittadina molto nota in ambito politico per l’impegno civile a favore della diversity inclusion. Così come lo è l’avvocatessa Caty La Torre, attivista Lgbt ed eroina in difesa dei diritti di chi subisce atti d’odio con il progetto #odiareticosta. Al San Filippo Neri dialogherà con la monaca Mariachiara Piccinini: l’occasione per due donne fuori dalla norma di squarciare il buio del pregiudizio.
Ateliersi, Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi, dedicherà a Lea Melandri, figura centrale del femminismo italiano, La mappa del cuore, rilettura delle lettere della rubrica che lei curava per il settimanale Ragazza in che metterà in connessione le inqiuetudini degli adolescenti degli anni ‘80 a quelle dei ragazzi contemporanei. Ospite d’onore in sala e poi in scena la stessa Melandri.
E ancora, un premio Nobel, uno dei più amati, quello vinto dalla scrittrice canadese Alice Munro: sarà l’attrice Anna Amadori a tratteggiare una drammaturgia in reading attorno a tre dei suoi magnifici racconti.
Tra letteratura e poesia si muoverà anche Sabrina Impacciatore (foto) che ha scelto di interpretare due delle Eroidi nate da Ovidio e riscritte da Valeria Parrella (Didone) e Ilaria Bernardini (Ero) nel volume collettivo edito da Harper Collins. Mentre Mariangela Gualtieri, protagonista del Festival Men-sa con il filosofo Umberto Curi, nell’ambito del tema posto, Riparare il vivente, interpreterà Bello Mondo, brani tratti dalle sue raccolte di poesie.
Filosofia e scienza saranno le lenti d’osservazione rispettivamente di Michela Marzano che offrirà al pubblico una Lectio sull’amore partendo dal suo ultimo romanzo Idda e della fisica Gabriella Greison, che allestirà un racconto scenico tra le biografie delle sue illustri antenate Marie Curie, Lise Meitner, Emmy Noether, Rosalind Franklin, Hedy Lamar e Mileva Mari.
Un percorso specifico sarà dedicato al giornalismo.
Lilli Gruber presenterà il suo libro Basta! (sottotitolo emblematico Il potere delle donne contro la politica del testosterone) mentre Milena Gabanelli aprirà un ciclo di incontri intitolato Informazione, genere femminile, organizzato in collaborazione con il Master in giornalismo dell’Università di Bologna. Professione reporter il tema che tratteranno Federica Angeli, giornalista sotto scorta per i suoi articoli sui Casamonica, e Giulia Innocenzi, impegnata a scavare i retroscena di questioni controverse (tema l’inchiesta).
In chiusura, a parlare della forza del commento, Agnese Pini, la donna più giovane alla guida di un quotidiano nazionale, La Nazione, e Marianna Aprile, redattrice di Oggi e presenza frequente nei talk show politici in tv.
In ambito musicale, spetterà a una cantante poliedrica e anticonvenzionale come Roberta Giallo rendere omaggio proprio il 4 marzo a Lucio Dalla con uno spettacolo che ne rievocherà testi, melodie e aneddoti insieme al critico musicale Ernesto Assante.
Sarà invece una delle coppie più affiatate dello star system italiano a parlarci di sortilegi e solitudini: nell’ambito della consueta rassegna LIBRI IN SCENA, la scrittrice Francesca Barra e l’attore Claudio Santamaria presenteranno il loro romanzo La giostra delle anime.
E anche la casa editrice Il Mulino indagherà per tre sabati pomeriggio di marzo la Matematica, genere femminile, numero singolare al fine di ripercorrere le storie di alcune figure importanti in una disciplina che conta una tradizione soprattutto maschile.
Quindi largo agli appuntamenti con la creatività e il talento maschili.
Arriva una personale di Stefano Benni tra letteratura, musica e teatro, prodotta e promossa dal Comune di Bologna nell’ambito del Patto per la lettura e programmata all’interno del LabOratorio. Lungo tre martedì di febbraio, Benni renderà omaggio al grande rivoluzionario del jazz Thelonious Monk, accompagnato al pianoforte da Umbero Petrin, leggendo testi di Ginzberg, De Wilde e suoi inediti; racconterà Il Colombrè e altri di un autore magico come Dino Buzzati; rileggerà i testi di Edgard Allan Poe ricreando le sue atmosfere oniriche e orrifiche.
E ancora libri in veste musicale con Sergio Conforti/Rocco Tanica, ex di Elio e le Storie Tese, che nel memoir Lo sbiancamento dell’anima racconta i ricordi, le riflessioni, gli aneddoti di una carriera passata a trovare il modo più ironico e controcorrente di stare dentro il pentagramma.
Un altro dei LIBRI IN SCENA parlerà della donna più importante, la mamma. A disquisirne, in un divertente pezzo di stand up comica, è uno scrittore dallo humor delicato come Francesco Abate: Mia madre e altre catastrofi il titolo che introduce i gustosi monologhi.
Un altro uomo geniale chiamato a darci la sua visione dell’eterno femminino è il regista argentino Cesar Brie che torna con uno spettacolo site specific per l’Oratorio restituendo il lavoro laboratoriale a tema condotto con gli allievi della Scuola di Teatro di Bologna.
Gli stessi allievi apriranno la stagione del LabOratorio il 30 gennaio guidati da Vittorio Franceschi per celebrare il Giorno della Memoria appena trascorso.
Infine i FESTIVAL. Fra i tanti ospitati, oltre alle storiche rassegne di Musica Insieme e Bologna Festival, torna Performazioni della compagnia Instabili Vaganti che, come sempre, affianca a un’attività seminariale performance e rappresentazioni in dialogo tra mondi e culture lontane. Anche loro, oltre ad allestire una re-azione alla drammatica vicenda dei desaparecidos messicani, hanno seguito il richiamo dell’ispirazione femminile per cui tra gli ospiti hanno invitato Francesca Fini, performer che lavora sulla produzione di immagini ibridate attraverso l’utilizzo di differenti linguaggi. Al San Filippo presenterà in anteprima nazionale un lavoro site specific interattivo col pubblico.
Infine, porterà lo sguardo oltre confine anche il delicato spettacolo per famiglie ‘1+1’, una coproduzione italo-iraniana che Guglielmo Papa ha realizzato con l’attore iraniano Omid Niaz: due uomini diversi, che non parlano la stessa lingua, divisi dentro una stessa terra. Lontani e soli fino a sentire il bisogno l’uno dell’altro.
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