Di nuovo sciopero oggi a Villa Margherita, residenza per anziani di Modena, i cui lavoratori e lavoratrici hanno aderito al 100% allo sciopero nel rispetto delle garanzie dei minimi essenziali. Al presidio di oggi hanno portato la loro solidarietà anche altre delegazioni di lavoratori di strutture protette per anziani di Modena, insieme al Movimento femminista “Non una di meno” Modena.
La Fp Cgil e i lavoratori hanno proclamato 3 giorni di lotta (14, 17 e 21 dicembre) per rivendicare un giusto contratto e contro la decisione unilaterale della proprietà di applicare il nuovo contratto Anaste.
“Contratto – ricorda Fp Cgil – che non è firmato da nessuna delle organizzazioni sindacali confederali maggiormente rappresentative. Un contratto che è peggiorativo delle condizioni salariali e di lavoro e di conseguenza determina un peggioramento anche nella qualità del servizio verso una fascia sociale fragile come sono gli ospiti anziani, laddove, ad esempio, i lavoratori sono obbligati a lavorare anche da ammalati”.
“Nonostante il secondo sciopero, continua il silenzio delle istituzioni locali e territoriali e della proprietà. La Fp Cgil, insieme ai lavoratori chiede invece che si ascolti la voce dei lavoratori e si convochi al più presto un tavolo di confronto per giungere ad una soluzione condivisa che garantisca un contratto migliorativo ai 35 lavoratori di Villa Margherita.
I lavoratori – afferma il sindacato – non possono essere obbligati a subire l’applicazione di un contratto che, tra i vari aspetti negativi, presenta un aumento contrattuale pari a 39 euro mensili lordi, contro un aumento medio di oltre 80 euro sottoscritti nell’ultimo anno dalle categorie di Cgil, Cisl e Uil negli altri Ccnl del settore socio-sanitario. Per di più i lavoratori sono beffati dal fatto che 39 euro sono pagati da loro stessi, attraverso i risparmi generati dalla riduzione di permessi, malattia, infortunio ed altri istituti.
Oltre a non essere sottoscritto dai sindacati rappresentativi, il nuovo contratto Anaste contiene chiaramente una serie di peggioramenti rispetto al Ccnl precedente. L’orario di lavoro formalmente rimane a 38 ore settimanali, ma è possibile portarlo a 40 ore. Le due ore aggiuntive non vanno considerate nemmeno lavoro straordinario, né supplementare con una perdita secca di salario. I permessi vengono dimezzati da 51 a 26 ore annue, mentre l’istituto di malattia viene quasi cancellato e di fatto <criminalizzato>. Sarà pagata dall’azienda solo nei primi 4 eventi e solo in alcuni casi. Il periodo di comporto viene drasticamente ridotto: oltre a non pagare, sarà molto più facile licenziare in caso di malattia”.
“Il risultato – aggiunge il sindacato – è che molte persone, tra mancato pagamento e rischio licenziamenti, si recheranno al lavoro anche in condizioni fisiche non idonee: ciò metterà a rischio non solamente la salute di lavoratrici e lavoratori, ma anche quella delle persone assistite già di per sé fragili. Questo è un punto che il committente – il Comune di Modena e l’Azienda Usl – dovrà esaminare a garanzia della tutela fisica dei nostri anziani”.
Dopo l’ultimo sciopero proclamato per il prossimo 21 dicembre si rispetterà un periodo di tregua sindacale legato alle festività (previsto dai Protocolli delle Commissioni di Garanzia) sino al 7 gennaio 2020. Se entro quella data non verranno segnali positivi per la soluzione della vertenza, i lavoratori insieme alla Fp Cgil continueranno con azioni di lotta.