Oggi alle prime luci dell’alba, sono state eseguite una trentina di misure cautelari in numerose regioni Italiane e all’estero nei confronti di due clan mafiosi nigeriani.
L’inchiesta, partita dalla DDA di Bari è stata frutto di un’indagine svolta dalla squadra mobile locale con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo, ed ha visto coinvolte oltre che la Puglia, la Sicilia, la Campania, la Calabria, il Lazio, l’Abruzzo, le Marche, il Veneto e l’Emilia Romagna, in particolare la città di Reggio Emilia.
Le persone in totale coinvolte sono 32, tutte di nazionalità nigeriana, che dovranno rispondere, a seconda del ruolo da ciascuno svolto all’interno dell’associazione mafiosa, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, tratta di essere umani, riduzione in schiavitù, estorsione, rapina, violenza sessuale, lesioni e sfruttamento della prostituzione.
Il quartier generale delle due organizzazioni era nel Cara di Bari-Palese (centro di accoglienza per richiedenti asilo) e poi nel quartiere libertà.
Donne, Denaro e Droga, le tre “D” su cui si fondava l’associazione e che erano la base che serviva per raccogliere i soldi da reinvestire.
L’operazione barese, dunque, ha avuto dei risvolti reggiani in quanto uno degli arrestati stava a Reggio Emilia ed è stato catturato alle prime luci dell’alba dalla Squadra mobile della Questura di Reggio Emilia. Si tratta di T.O., classe 1990. Il soggetto era stato già tratto in arresto la scorsa estate perché trovato su di un treno alla stazione storica con 30 grammi di cocaina.