Si moltiplicano gli episodi di razzismo e di bullismo nelle squadre giovanili. Il più recente è l’episodio che ha visto protagonista un bambino di 8 anni della Murri Calcio di Bologna, che ha apostrofato un avversario, coetaneo, con insulti razzisti. La settimana precedente era stato un bambino di 10 anni a subire lo stesso trattamento, in Brianza, in questo caso ad opera della mamma di un avversario.
«Tale situazione, soprattutto nello sport giovanile ed amatoriale, è inaccettabile» osserva Filippo Diaco, vice Presidente dell’Unione Sportiva Acli di Bologna. «In quanto ente di promozione sportiva, l’UsAcli promuove una cultura dello sport che va proprio in direzione opposta al sempre più spiccato agonismo delle squadre giovanili. Spesso» osserva Diaco «sono i genitori stessi a dare il cattivo esempio ai figli. Noi vogliamo creare una nuova cultura sportiva, che promuova il fairplay e le buone pratiche di inclusione attraverso lo sport. Vogliamo essere di esempio ai “grandi” del calcio, che ci hanno assuefatto ad un razzismo urlato dagli spalti, che passa per essere un “peccato veniale” dovuto all’enfasi del momento e all’agonismo sfrenato dei tifosi, ma questo non va assolutamente permesso».
È per questo che sabato prossimo 7 dicembre l’USAcli di Bologna ha organizzato una manifestazione con le squadre giovanili, simbolicamente solidali con i coetanei oggetto di episodi razzisti e di bullismo. Alle 15, presso il campo da calcio del Centro Sportivo Pallavicini di via Marco Emilio Lepido, gli “esordienti” del 2007 della SSD Idea Calcio 2000, che ha fortemente sostenuto l’iniziativa, giocheranno contro i pari età di Antal Pallavicini, indossando le magliette con lo slogan “No razzismo, no bullismo. Sì sport, sì amicizia”.
«Il momento di sensibilizzazione è rivolto anche ai genitori e ai tecnici sportivi delle squadre» spiega Diaco: «lo sigleremo con un abbraccio collettivo, che raggiunga simbolicamente i bambini coinvolti negli inaccettabili episodi dei giorni scorsi».