L’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia aggiorna e riscrive la storia del suo percorso plurisecolare, che vide la sua origine nell’anno domini 1175, con l’attivazione dello Studio da parte del giurista Pillio da Medicina, e lo fa attraverso la pubblicazione di un volume, fortemente voluto dal Rettore Angelo O. Andrisano, realizzato attraverso il contributo di tanti docenti e ricercatori che hanno inteso far conoscere sempre meglio il loro Ateneo e supportato finanziariamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena..
Il volume, un’opera impegnativa di 430 pagine, con copertina cartonata e titolo scritto a lettere d’oro, è dedicato a “I luoghi del sapere”, e presenta quindi tutte le sedi nelle quali si svolge l’attività accademica di Unimore, colmando anche il vuoto storiografico riguardante gli ultimi cinquanta anni di vita dell’Ateneo.
“L’opera – scrive nella sua introduzione il Magnifico Rettore prof. Angelo O. Andrisano – non ha certo la pretesa di offrire una documentazione esaustiva del patrimonio storico e artistico dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, ma vuole semplicemente presentare a tutti coloro che vorranno interessarsi alla vita accademica una descrizione delle sedi di Modena, Reggio Emilia e Mantova, al fine di comprendere meglio l’articolazione e la portata del nostro spazio urbanistico universitario. Alla storia dell’Ateneo abbiamo voluto aggiungere una suggestiva e ricca rassegna fotografica che accompagna il racconto dei luoghi del sapere e dei singoli edifici in cui, attualmente, si trovano i dipartimenti, le Biblioteche, i Laboratori, i Centri di Ricerca e i Musei”.
Il libro si propone, dunque, come un racconto itinerante della storia degli edifici dell’Università, che inizia con il Palazzo del Rettorato di Modena e prosegue con una ideale visita guidata a tutte le sedi delle tre città nelle quali oggi Unimore è presente con la sua attività didattica e di ricerca. Ogni capitolo illustra non solo la storia di ogni palazzo, ma anche l’attuale utilizzo di questi spazi universitari come sedi di dipartimenti, biblioteche, musei e centri di ricerca.
“La cura grafica ed editoriale, affidata ad Artestampa, e il formato fotografico con immagini di grande formato – commenta la prof.ssa Elisabetta Menetti, docente di Letteratura Italiana del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali, che seguito la supervisione – mettono in risalto l’entità di un patrimonio prezioso e incredibilmente ricco come è quello dell’Università di Modena e Reggio Emilia”.
“Il volume – dichiara il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Paolo Cavicchioli – non si limita a ripercorrere la lunga e gloriosa vicenda di un’istituzione culturale tra le più antiche della Penisola. E’ qualcosa di più: una vera e propria mappa del sapere, con le sue strade, i suoi palazzi, i suoi collegamenti tra luoghi, persone e istituzioni che trovano il loro snodo principale nell’Università di Modena e Reggio Emilia. Di questa rete è parte integrante la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che in questi anni, non solo per dovere istituzionale ma per profonda convinzione e spirito di missione, ha mantenuto un rapporto costante e fattivo con il mondo della cultura, in particolare con l’Università, oggi più che mai fattore fondamentale di sviluppo e crescita del territorio”.
Il testo è introdotto da un racconto storico, redatto da Francesco Gherardi sotto la supervisione del dott. Matteo Al Kalak, docente di Storia presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali – che, con un carattere divulgativo ed un linguaggio semplice, mira ad offrire al lettore i passaggi essenziali della storia dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Anche grazie a un ricco apparato iconografico, è possibile cogliere gli otto secoli e mezzo che caratterizzano le sue vicende.
Fondata intorno al 1175 per opera di Pillio da Medicina, l’Università di Modena si situa nel cuore del Medioevo, poco dopo altri prestigiosi istituti come le Università di Bologna e Parigi. Nel 1224 il pontefice Onorio III riconoscerà ufficialmente lo Studium modenese, che vedrà progressivamente crescere il suo prestigio e i suoi allievi, in particolare nel campo del diritto. Nella stagione dell’Umanesimo e del Rinascimento, la vivace cultura diffusa anche sui territori di Modena e Reggio vide poi fiorire le Accademie, enti culturali che, di fatto, subentrarono e portarono avanti il ruolo che, in precedenza, era stato dello Studium. Mentre Modena e Reggio procedevano in parallelo con le tante accademie e istituti culturali che via via sorsero, si consolidava il potere dei duchi d’Este sulle due città. Questo permise a Francesco III d’Este di varare un’importante riforma che, il 13 settembre 1772, elevò lo Studium di Modena al rango di Università di Stato. Tra alterne vicende, da quel momento in poi Modena continuò pressoché ininterrottamente ad avere un’Università, passata dopo il 1861 all’interno dell’ordinamento del nuovo Stato unitario. Distintasi per eroismo e merito nei difficili anni della Resistenza, nel 1998 l’Università assunse infine la configurazione attuale – Università di Modena e Reggio Emilia – accomunando le antiche tradizioni delle due città. Da allora, Unimore è cresciuta, sviluppando nuovi corsi in entrambe le sedi e, da ultimo, cominciando a rivolgere la sua attenzione ad altri territori come quelli di Mirandola e di Mantova.
“Scorrendo le pagine e le illustrazioni di questo volume – afferma la prof.ssa Elena Corradini, Direttore del Polo Museale e docente di Museologia al Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” – si comprende come questa espansione dell’Ateneo abbia posto una specifica attenzione sia a recuperare e rifunzionalizzare, tanto a Modena che a Reggio Emilia, importantissimi contesti storici, sia a realizzare nuove costruzioni con aule e laboratori modernamente attrezzati che hanno tenuto conto delle rinnovate esigenze della didattica e della ricerca”.
La campagna fotografica ha visto Ghigo Roli, specializzato nella fotografia di beni culturali e gigapixel, impegnato per diversi mesi. Sono stati illustrati con ricchezza di particolari le architetture, le opere d’arte e le collezioni museali appartenenti all’Ateneo. Si tratta di un lavoro estensivo che documenta lo stato di fatto attuale di tutto il patrimonio della nostra Università e che potrà essere utilizzato anche in futuro per approfondimenti specifici.
Tutti quanti i testi recano accanto in pagina anche la traduzione in inglese, che è stata realizzata da collaboratori del Centro Linguistico d’Ateneo con la supervisione della prof.ssa Franca Poppi e della prof. Giuliana Diani.
“In chiusura di mandato – conclude il Magnifico Rettore prof. Angelo O. Andrisano – ho voluto lasciare all’Ateneo e alla città una sintetica illustrazione dei nostri luoghi del sapere accademico, corredandoli di alcuni cenni della nostra storia universitaria. Ringrazio sentitamente tutti i Colleghi e i Collaboratori che si sono impegnati con sensibilità e competenza in questa iniziativa e, naturalmente, la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, nella persona del suo presidente ing. Paolo Cavicchioli, per la indispensabile sponsorizzazione”.
Nella foto da sx: Carlo Bonacini, Paolo Cavicchioli, Angelo O. Andrisano, Andrea Bortolamasi, Ghigo Roli