“Negli ultimi giorni – afferma una nota della segreteria provinciale ANPI di Modena -abbiamo assistito ad alcuni atti e dichiarazioni molto gravi di Sindaci della Provincia di Modena e, in particolare, di Sassuolo e Mirandola. Di fronte alla richiesta di Patrocinio per l’iniziativa “Pastasciutta antifascista” che si svolge in tutta Italia in centinaia di città, questi Sindaci hanno negato il Patrocinio all’iniziativa, tentando in un primo tempo di far cambiare la denominazione alla manifestazione togliendo il termine “Antifascista” “.
“La motivazione di tale provvedimento – prosegue ANPI – è stata che il termine “Antifascista” è divisivo mentre sarebbe loro volontà rappresentare tutti e unire la comunità, che i morti sono tutti uguali, che ANPI dovrebbe lasciar perdere il termine Antifascista e che il 25 Aprile non si dovrà cantare “Bella Ciao”.
Siamo di fronte ad un rovesciamento del senso delle cose e della realtà tanto più grave perché compiuto da chi copre cariche istituzionali. Si Tratta di un tentativo di legittimare idee e atteggiamenti che evocano le idee fasciste e di dividere e mettere in discussione la coesione sociale delle nostre comunità”.
“I Sindaci, tutti, assumendo la carica, hanno giurato di essere fedeli alla Repubblica, alla Costituzione ed alle sue leggi. Sanno questi Sindaci che la Costituzione su cui hanno giurato è nata dalla lotta di Liberazione contro il Nazifascismo? Sanno che se l’Italia ha potuto sedere al tavolo della Conferenza di Pace di Parigi ed ha potuto darsi autonomamente una Costituzione (a differenza di Germania e Giappone) è perché si è conquistato questo diritto con la lotta di Liberazione? Sanno questi Sindaci che la Costituzione è stata scritta dai partiti antifascisti, dai Monarchici, ai Liberali, ai Democristiani, al Partito d’Azione, dai Socialisti, dai Comunisti e che tutta la Costituzione è, dal primo articolo all’ultimo, antifascista e che la XII Disposizione vieta la costituzione del partito fascista sotto qualsiasi forma? Sanno che la Costituzione fu un “miracolo laico” che unì il Paese stremato da trent’anni di regime fascista?”
“Antifascismo è una parola che fa parte del DNA della nostra Repubblica ed una idea che unisce e crea coesione sociale. Certo divide anche: divide in modo netto coloro che sono per la democrazia dai fascisti! Ed è bene che questo confine, l’unico confine, resti senza alcuna ambiguità.
Delle due l’una: o qui c’è una ignoranza storica abissale o si sta tentando un’opera di revisionismo e di negazionismo intesa a rilegittimare le idee fasciste. In ogni caso siamo di fronte ad una operazione molto grave – aggiunge l’ANPI -.
Tanto più grave perché compiuta da chi copre una carica istituzionale. Se ogni cittadino ed ogni formazione politica, associativa, sindacale, culturale deve rispetto ad ogni carica istituzionale, anche e, prima di tutto, chi ha assunto cariche istituzionali deve essere consapevole della sua responsabilità e portare rispetto alla carica istituzionale che ricopre.
Questi fatti gravi che stanno accadendo nel nostro Paese devono allarmare tutte le forze democratiche e contribuire a far uscire dall’apatia e dall’indifferenza tutti i cittadini, attraverso una mobilitazione forte: siamo convinti che i democratici sono molti di più.
Per quanto riguarda l’ANPI – conclude la nota della segreteria provinciale – lungi dal rinunciare alle nostre parole ed ai nostri valori, moltiplicheremo il nostro impegno per una battaglia politica e culturale nelle forme democratiche previste dalla nostra Costituzione e dalle leggi e, si rassegnino taluni Sindaci, continueremo a cantare “Bella Ciao” in ogni occasione che riterremo opportuna”.