“Il primo pensiero va a chi è rimasto ostaggio per tante ore e ai loro familiari, tornati finalmente alla libertà i primi e a un minimo di tranquillità i secondi. E’ a loro che si stringe l’intera comunità regionale. E a nome di tutti gli emiliano-romagnoli, voglio ringraziare le forze dell’ordine, i vertici dei Carabinieri, i militari e gli agenti impegnati sul campo, gli inquirenti e magistrati che hanno portato a termine un’operazione complessa e difficile senza che ci fossero conseguenze ancor più tragiche rispetto comunque alla drammaticità di quanto successo. Un’occasione, infine, per ribadire la volontà delle istituzioni e della società regionale di contrastare con forza tutte le mafie e le infiltrazioni della criminalità organizzata, cui l’Emilia-Romagna si oppone con determinazione, senza voltarsi dall’altra parte, prendendo a esempio il processo Aemilia che si è appena chiuso e il lavoro d’indagine che è stato svolto”.
Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dopo che uno degli imputati condannati nel processo Aemilia contro la ‘ndrangheta si è arreso alle forze dell’ordine dopo aver tenuto in ostaggio dalla mattinata cinque dipendenti nella filiale delle Poste di Pieve Modolena, in provincia di Reggio Emilia. L’uomo era ricercato e si era reso irreperibile.