“L’asse Tirreno-Brennero, quello che un tempo veniva chiamato Tibre, è un asse naturale per dare uno sbocco alle merci provenienti e dirette al Nord Europa verso i grandi porti del Tirreno (Livorno e Genova in testa). Perchè non sia mai stato completato, ‘allungando’ l’autostrada fino a Lucca, è dovuto a scelte politiche risalenti a diversi anni fa. Bene ha fatto il neo presidente della provincia, Gian Domenico Tomei, a riprenderlo. La cosiddetta Modena-Lucca, in realtà il completamento della Brennero da Campogalliano a Sassuolo prima e a scavalco dell’Appennino poi, è un’idea ancora attuale. Rispolverarla dopo anni di oblio non può che farci piacere, perché rimette al centro anche e soprattutto lo sviluppo del nostro Appennino”. Lapam Confartigianato ‘risponde’ in modo circostanziato alla provocazione del presidente Tomei: la Modena-Lucca è una infrastruttura di cui si può, e forse si deve, tornare a parlare seriamente: “E’ scontato che va fatta una seria analisi costi-benefici in fase preliminare, ma è anche vero che il nostro Appennino ne trarrebbe giovamento sia nel lato ovest (Montefiorino-Palagano-Frassinoro) che nella zona del Cimone (non dimentichiamo che lo scavalcamento avverrebbe nella zona di Piandelagotti, a pochi chilometri da Pievepelago e Riolunato e dunque anche da una delle ‘porte’ del comprensorio sciistico modenese). Ora che la Campogalliano-Sassuolo sembra essere finalmente alle porte (e che si torna a parlare con cauto ottimismo della Cispadana), è giusto rimettere al centro del dibattito pubblico quest’opera. Non si tratta – conclude Lapam Confartigianato – di avere ‘manie di grandezza’ o di voler costruire strade a prescindere, ma di pianificare il futuro con lungimiranza. Pensiamo anche agli effetti positivi che questa infrastruttura avrebbe per decongestionare il nodo di Bologna, che è cronicamente e quotidianamente ingolfato. I grandi assi di attraversamento permettono infatti di evitare traffico e ingorghi (e dunque inquinamento) e danno modo alle merci del nostro territorio di avere sbocchi commerciali più facili da raggiungere, oltre ad avere effetti positivi sul turismo. E dunque, in ultima analisi, di aumentare la competitività della manifattura italiana e modenese in particolare. E’ sempre meglio non dimenticare che senza una manifattura di qualità, da esportare nel mondo, non c’è nemmeno lavoro e welfare”.