Dopo un lungo e accurato lavoro di indagine, gli agenti del Corpo Unico della polizia municipale dell’Unione “Terre di Castelli” hanno identificato il pirata della strada che, nel pomeriggio del 20 maggio 2018 ha travolto una donna 84enne vignolese (S.A.A. le sue iniziali), provocandole diverse fratture e contusioni mentre stava circolando lungo via Barella sulla sua bicicletta. Il pirata della strada è stato identificato nella persona di C.M., classe 1966, italiano residente a Vignola, che si è poi scoperto avere investito la 84enne mentre stava viaggiando a bordo di una motocicletta.
L’identificazione di C.M., che alla fine ha confessato, ha richiesto un lavoro d’indagine particolarmente complesso e certosino, coordinato dal Pubblico Ministero di turno.
Gli agenti del Corpo Unico giunti sul posto per i rilievi di rito, hanno infatti iniziato un corposo lavoro d’indagine per risalire all’altro veicolo coinvolto, esaminando ore e ore di filmati acquisiti dalle telecamere di privati che si trovano lungo il percorso che presumibilmente l’investitore poteva aver percorso. Palesemente, infatti, i danni al velocipede e le lesioni riportate dalla signora non erano compatibili con una caduta accidentale.
Nessuna telecamera però ha ripreso il luogo e il momento dell’impatto, quindi si è trattato di vagliare molte ipotesi, incrociando dati oggettivi e probabili. Al termine del vaglio dei diversi filmati disponibili, è stato individuato come probabile sospetto un motoveicolo ripreso dalle telecamere sia nel percorso obbligato che porta al luogo del sinistro, sia a qualche chilometro di distanza da uno dei tre possibili percorsi di allontanamento.
Senza poter visualizzare una targa, ma solo un motoveicolo e un conducente con il casco protettivo, è stato necessario ripercorrere tutta la sequenza finchè il motociclista non si è fermato presso un’azienda vignolese nel villaggio artigianale. E da lì, attraverso il vaglio di diverse testimonianze, si è giunti all’individuazione del conducente del motoveicolo. Si tratta appunto di C.M., classe 1966, italiano residente a Vignola.
Di fronte alle contestazioni degli agenti che sono giunti al suo domicilio e hanno effettuato una perquisizione dell’abitazione e delle sue pertinenze, C.M. ha inizialmente negato ogni addebito, sostenendo di non essere più in possesso del motoveicolo da tempo, senza però fornire altre specifiche. L’abbigliamento da moto e il casco però – sequestrati nell’occasione – corrispondevano perfettamente alle immagini visionate e diverse testimonianze smentivano C.M. riguardo alla perdita di possesso del motoveicolo, che sarebbe avvenuta circa un mese prima. Nell’occasione, intanto, gli agenti procedevano anche al sequestro del cellulare del vignolese, divenuto ormai un indagato.
L’Autorità Giudiziaria, intanto, convalidava la perquisizione e i sequestri. Qualche giorno dopo C.M. ha poi reso spontanea confessione dell’avvenuto investimento e ha consegnato il motoveicolo coinvolto, che aveva portato presso l’abitazione di un parente.
Ora, su di lui, pende una denuncia per violazione dell’ex art. 189 e 590 CdS: omissione di soccorso a seguito di sinistro con lesioni gravissime a persone.
“Mi congratulo a titolo personale e a nome di tutta l’amministrazione comunale – dichiara Roberta Amidei, assessore alla sicurezza del Comune di Vignola – con gli agenti che hanno lavorato a questa complessa e difficile indagine. Mi preme evidenziare la grande professionalità con cui è stato condotto tutto l’iter delle indagini”.
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