Vendite natalizie: alla fine è il segno più a prevalere tra le attività modenesi di commercio e ristorazione. L’andamento degli affari certifica un ritorno all’acquisto, solo però per quello che riguarda la provincia con incrementi che variano dal 2% al 15% rispetto allo scorso anno. A Modena invece, il trend è risultato stabile, segnando una flessione negativa, in taluni casi anche del 20% in quelle zone ormai con pochissima presenza di esercizi commerciali (via Medaglie d’oro).
Ad essere privilegiata è stata la ricerca del prodotto di qualità elevata, generi alimentari della tradizione su tutti. Bene libri, pranzi e cene aziendali. In ripresa l’elettronica di consumo, la bigiotteria e i giocattoli di ultima generazione. Tra poche luci e molte ombre l’abbigliamento: tiene come regalo solo quello griffato. Questo ciò che emerge dal monitoraggio effettuato dall’Osservatorio di Confesercenti Modena su circa 150 imprese, tra attività del commercio e pubblici esercizi dei principali centri del territorio. “L’incremento c’è stato, ma il bicchiere è pieno solo a metà, dato che ha interessato solo un parte del territorio – fa sapere Confesercenti – Modena ha visto lievemente calare a ridosso dei giorni di festa il volume degli affari. E ad esserne maggiormente colpite le attività fuori dal centro cittadino. Il peso delle vendite online ad opera di grandi piattaforme, cresce, ma cresce anche la concorrenza di troppe medio-grandi strutture di vendita concentrate in pochi km quadrati.”
L’ANALISI. 9 i settori oggetto della rilevazione, mentre circa 150 gli esercizi commerciali interpellati a partire dall’1 al 24 dicembre compreso. L’incremento del volume degli affari è stato dichiarato dal 46% degli operatori, mentre per il 32% l’andamento è stabile. Segnalano una flessione, invece il rimanente 21%. Carpi e Vignola sono risultati i centri della provincia con l’aumento maggiore delle vendite. Non è stato così per Modena dove il trend positivo ha caratterizzato la media distribuzione e i prodotti alimentari della tradizione, mentre gli altri esercizi, dopo un avvio in linea con lo scorso anno hanno visto flettere un po’ gli affari. Su tutti i settori, ad eccezione al momento per quello dei generi alimentari incidono, con un peso sempre maggiore le vendite online.
Abbigliamento e calzature. A prevalere è stata la stabilità. Maglioni, felpe, piumini e giacche – dato il freddo – come pure gli accessori (guanti, sciarpe, calze e cinture). Bene l’intimo di stagione e i pigiami. In lieve crescita, rispetto allo scorso anno, la vendita di capi di qualità medio alta e dai costi più sostenuti. Decisamente in calo i capi spalla sui cui ha già inciso il “Black Friday” e le vendite online, per i quali si attendono i saldi di fine stagione In diminuzione l’acquisto di calzature risulta. È il settore in cui emerge maggiormente il divario tra città e provincia: mentre nei centri di quest’ultima è risultata dopo anni in aumento la spesa media e quindi il numero degli acquisti, a Modena la flessione degli affari è stata anche del 20%. Tra le cause una minore presenza dei clienti dovuta a problemi di viabilità, parcheggio, e la conseguente scelta di optare per centri commerciali o forme di acquisto online.
Profumeria. Vendite nel segno della stabilità pur con qualche difficoltà. Tra le richieste maggiori: profumi di nicchia, fragranze innovative, confezioni regalo creme cura corpo e per i capelli. Meno vendite per i profumi di marca e costosi e prodotti più commerciali, causa la maggiore concorrenza. Anche in questo settore, a detta degli intervistati incide sempre di più la vendita di prodotti su piattaforme online per i costi inferiori. “Prima s’informano sul costo e le sue caratteristiche – ha detto più d’uno degli intervistati – e poi lo acquistano altrove.”
Elettronica di consumo ed elettrodomestici. Sostanzialmente stabile con qualche punta di incremento anche del 5%. Tablet, tv interattive e qualche pc sono i prodotti finiti sotto l’albero dei modenesi. Meno smartphone su cui pesano le offerte delle compagnie telefoniche e meno lavatrici, frigoriferi e lavastoviglie. Anche in questo settore, resta comunque forte la concorrenza delle vendite online e della GDO: si è sentita in particolare l’apertura di una nuova grande superficie di vendita in città.
Libri. Vendite in aumento, specie in provincia con percentuali rispetto al 2016, che hanno lievitato anche del 15%. Il libro resta tra i regali preferiti e graditi. Tra i volumi più scelti, best seller, libri di narrativa e per ragazzi. Tra le novità Dan Brown, Fabio Volo e Bruno Vespa. Flessione invece per libri costosi e lettori digitali.
Giocattoli. Lieve incremento delle vendite anche in questo settore. Bene le costruzioni, i giochi educativi e le bambole interattive. Da segnalare il successo dei droni: non una novità, ma al centro delle richieste di molti ragazzi già a partire dalle ultime classi delle scuole elementari. È calata la richiesta di peluches.
Gioiellerie. Andamento sulla scia della stabilità. Molto venduti i prodotti di alta bigiotteria, grazie anche al traino di marche sempre più note, come del resto di articoli da regalo, gioielli compresi, in argento. Molto bassa la richiesta di oggetti costosi.
Alimentare. L’avvio nel segno della stabilità ha ceduto il passo negli ultimi dieci giorni che hanno anticipato il Natale, ad un aumento delle vendite anche con incrementi del 10% rispetto al 2016. E nonostante la concorrenza della GDO a prevalere è stata la ricerca dell’alta qualità. Tra i prodotti più richiesti e venduti, i tipici della nostra tradizione: parmigiano reggiano, aceto balsamico, lambrusco ed anche zampone e cotechino, pasta fatta artigianalmente, in particolare tortellini. Quindi pandori, panettoni e torte realizzate in pasticceria. C’è poi chi ha scelto come strenna cesti di frutta e chi anche piatti pronti, sempre tradizionali, da consumare nei giorni di festa.
Media distribuzione. Significativo l’aumento anche in questo caso dovuto ad un numero di acquisti maggiore e concentrato a ridosso del Natale. Ad essere preferita anche qui, è stata l’alta qualità degli alimentari – pandori, panettoni, cotechini e zamponi, vini costosi italiani e generi alimentari ricercati – al posto della quantità e a discapito di prodotti dal costo medio. Stesso discorso per il banco della gastronomia e della frutta e verdura. Positivo in generale quindi il trend che ha caratterizzato queste strutture in tutta la provincia con aumenti che hanno oscillato nel periodo in esame, rispetto al 2016, tra l’8 e il 10%. Crollo invece degli affari per una sola delle attività in esame, nel quartiere Madonnina a Modena, che ha pagato la forte concorrenza dovuta all’apertura di nuove strutture di vendita.
Ristoranti e bar. Sono aumentati pranzi e cene nei giorni festivi e prefestivi (tra amici e famigliari), come pure, rispetto all’anno passato (in certi casi l’incremento è stato tra il 10 e il 15%), le cene natalizie aziendali e i servizi catering all’interno delle aziende medesime. Menù generalmente quello della tradizione e la pizza, meno le portate a base di pesce. Stabili ed in certi casi in flessione le consumazioni al bar, fatta eccezione per l’aperitivo.