Nella regione sono stati numerosi i presidi e le manifestazioni in prossimità degli interporti di Parma e Piacenza e di fronte alla Prefettura di Ravenna dove sono arrivati in supporto anche i lavoratori di Rimini, Forlì e Cesena. A Bologna, dove sono confluiti anche i lavoratori provenienti da Modena e Reggio Emilia, si è tenuto un presidio di fronte alla sede della Lega delle Cooperative e poi davanti alla Regione Emilia Romagna dove una delegazione dei rappresentanti delle sigle sindacali è stata ricevuta prima dai vertici della Lega delle Cooperative e poi in Assessorato al Lavoro della Regione.
Le risposte della Lega delle Cooperative sono state giudicate dalla delegazione sindacale insufficienti, la posizione espressa è, infatti, ancora ferma ad una previsione di rinnovo contrattuale separato e specifico solo per la cooperazione che è una delle motivazione che ha portato alla rottura del tavolo di trattativa e alla dichiarazione dello sciopero nazionale. Le OO.SS. hanno pertanto ribadito la necessità di un riavvio del tavolo di trattativa unico che comprenda le diverse sezioni del Contratto Collettivo Nazionale come tutela di tutti i lavoratori del settore.
In Regione, registrata la difficoltà del tavolo per il rinnovo contrattuale, si è convenuto di continuare nel solco delle buone prassi che nella nostra regione hanno in passato portato alla sottoscrizione del Patto per il Lavoro e che hanno consentito di giungere a numerosi accordi che in molte aziende sono stati garanzia di una corretta applicazione contrattuale e di un presidio della legalità.
L’incontro è poi terminato con l’impegno dell’Assessorato a farsi, inoltre, parte attiva nei confronti del Ministero del Lavoro al fine di favorire la ripresa di un tavolo unico di trattativa e per una rapida e positiva conclusione della vertenza.
Nelle diverse realtà aziendali in tutte le Provincie della regione si sono registrate percentuali di adesione allo sciopero che vanno dal 70 fino a punte del 90 e 100% a dimostrazione di quanto sia sentito dai lavoratori del settore il bisogno di un rinnovo contrattuale che riconosca finalmente ai lavoratori un aumento salariale adeguato e condizioni di lavoro dignitose insieme ad una tutela dell’occupazione che negli appalti significa finalmente una clausola sociale realmente esigibile.
Nella giornata di domani, terza giornata di sciopero e mobilitazione, nei diversi territori si stanno già organizzando nuovi presidi e cortei con l’obiettivo di rilanciare e rafforzare le richieste sindacali presentate e discusse al tavolo nazionale.