Uso del Pos negli acquisti: la decisione di un intervento del Governo che prevederebbe sanzioni per coloro che rifiutano il pagamento elettronico è dei giorni scorsi.
“Una Notizia – commenta Franco Giberti, presidente FAIB-Confesercenti Modena, sigla che raccoglie il maggior numero degli operatori delle stazioni di servizio del territorio – che fa aumentare solo il malcontento all’interno della categoria. Considerati i costi gravosi per i benzinai, sui pagamenti tramite transazioni. Pur condividendo una più incisiva diffusione della moneta elettronica, foriera di benefici per le imprese, soprattutto in tema di sicurezza, le commissioni bancarie pagate esclusivamente dai gestori carburanti per le transazioni sono elevate e, diventate di fatto un costo passivo non più proporzionato al margine di guadagno. E i vari tentativi di risolvere la questione dei costi in via legislativa, purtroppo, ad oggi non hanno prodotto risultati apprezzabili: ogni ipotesi di miglioramento delle condizioni praticate è stato bocciato”.
FAIB Modena, ricorda che la storia dell’obbligo del POS è di vecchia data. Già dal 2012 era entrata in vigore, in un primo momento col dovere di accettare i pagamenti superiori a 30€, ma fino ad ora non era stato predisposto nessun sistema sanzionatorio in merito. Le nuove regole europee, conseguenti al Regolamento (UE) 2015/751 che stabilisce un tetto massimo alle commissioni interbancarie, pari allo 0,3 per cento del valore dell’operazione per le carte di credito e allo 0,2 per cento per i pagamenti con carta di debito, operative anche in Italia, non hanno contribuito a significative diminuzioni delle commissioni pagate dai gestori degli impianti di distribuzione carburanti.
“Il Governo – riprende Giberti – non ha voluto stabilire norme di contenimento dei costi, nonostante sia di gran lunga il maggior beneficiario del gettito derivante dagli incassi della vendita del carburante, anzi cercando ancora una volta di fare cassa applicando sanzioni a chi le rifiuta. Nel ricordare che per i gestori carburanti il margine di guadagno è quantificabile intorno al 2% del prezzo finale incassato lordo, si segnala che i costi per la gestione della moneta elettronica, resa obbligatoria, incidono fino al 60 per cento sul margine percepito, erodendo di fatto qualsiasi guadagno”.
“Ad oggi nonostante ripetuti tentativi di modifica appare evidente che i gestori carburanti, non possono sobbarcarsi l’intero costo del sistema dei pagamenti elettronici, ormai arrivato al 50% del proprio reddito: pena il fallimento. Occorre dunque trovare una soluzione, perché, i gestori non possono lavorare per le banche, né per le società emettitrici di carte bancomat o di credito, né tantomeno fare gli esattori per lo stato a costo zero e pagare le commissioni anche sulla quota accise e Iva, col rischio di venire sanzionati se non ottemperano questo obbligo”, conclude Giberti.