Martedì 4 aprile  alle 17.30 alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5 ) prosegue il ciclo di lezioni dedicato al tema Città sante ideato dal Centro Studi Religiosi. Francesco Remotti presenta la conferenza dal titolo Città in movimento. Capitali mobili e centri rituali fissi nell’Africa precoloniale.

Remotti è professore emerito di Antropologia culturale presso l’Università di Torino e socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino. Africanista, ha dedicato le sue ricerche all’Africa subsahariana precoloniale, analizzando le strutture della parentela, della ritualità, della spazialità, del tempo e del potere, con particolare attenzione al sistema tradizionale delle capitali mobili. Alla ricerca antropologica sul campo ha costantemente accompagnato la riflessione sull’antropologia come scienza umanistica, sui processi antropopoietici e sul significato dell’identità individuale e collettiva. Tra le sue pubblicazioni: Contro l’identità (Roma-Bari 1996); Prima lezione di antropologia (Roma-Bari 2000); Contro natura (Roma-Bari 2008); L’ossessione identitaria (Roma-Bari 2010); Cultura. Dalla complessità all’impoverimento (Roma-Bari 2011); Fare umanità. I drammi dell’antropopoiesi (Roma-Bari 2013); Centri di potere. Capitali e città nell’Africa precoloniale (Torino 2014); Per un’antropologia inattuale (Milano 2014).

Diversi regni dell’Africa subsahariana, almeno fino all’epoca coloniale, sono stati caratterizzati da un peculiare legame tra il sovrano e la capitale del regno. Alla morte del sovrano, secondo modalità e ritualità diverse per ciascuna cultura, la capitale veniva letteralmente smantellata e ricostruita in un luogo diverso, gradito al nuovo sovrano. Nel caso del Buganda, per esempio, un regno situato in una regione ora parte dell’Uganda, la capitale era chiamata con un termine significativo, kibuga, il quale deriva dal verbo okwebuga: “spostarsi, andare di qua e di là”. Nel Buganda la kibuga raggiungeva dimensioni ragguardevoli: era abitata anche da diverse decine di migliaia di persone e poteva occupare un’area che – secondo stime approssimative ottocentesche – era di circa nove chilometri di lunghezza e tre di larghezza. Ma l’imponenza della città non costituiva quasi mai un ostacolo insormontabile al suo trasferimento. Con una particolarità: quanto più la capitale è mobile, tanto più diviene importante sottolineare l’inalterabilità del modello.

Sarebbe affascinante poter indagare in modo approfondito i motivi che determinano questo tratto così tipico di molti regni africani – afferma Remotti – Per accontentarci di qualche accenno, è opportuno collegare la mobilità di queste capitali al periodo di anarchia e di caos sociale che invariabilmente si apre al momento della successione al trono. La capitale nasce e muore infatti con il sovrano e la fine di un regno è anche la fine di un ordine. Il disordine che ne segue, dovuto non soltanto alla guerra tra i pretendenti, ma all’abbandono di ogni regola morale e giuridica tra i cittadini, contribuisce a ricordare la necessità di un centro di potere generale, di un re, di una capitale, che siano garanzia di ordine e di convivenza.

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente.

La partecipazione è libera e a richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni è organizzato dalla Fondazione Collegio San Carlo di Modena, ente accreditato presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ai sensi di quanto previsto dalla Direttiva di accreditamento degli enti di formazione del personale della scuola n. 170/2016.