Il 20 luglio 1944, le truppe tedesche cannoneggiarono e saccheggiarono, per ritorsione, case ed edifici del centro storico di Castellarano. Il devastante incendio mise in ginocchio il paese, portando dolore e sconforto.
Per tenere viva la memoria di questi tragici avvenimenti, questa mattina nella sala del Consiglio comunale sono state consegnate le “Medaglie della Liberazione”, onorificenza istituita dal Ministero della Difesa, quale simbolo di gratitudine verso tutte le partigiane e i partigiani ancora viventi.
Il riconoscimento è stato consegnato personalmente dal sindaco Giorgio Zanni e dal presidente di ANPI Reggio Emilia, Ermete Fiaccadori, al partigiano Fernando Medici, classe 1925, e alla sorella del partigiano Alcide Ballabeni.
Presenti alla cerimonia anche lo storico Antonio Zambonelli, scrittore del libro “Castellarano, dal fascismo alla Resistenza”, Loredana Cavazzini presidente dell’ANPI Castellarano e i rappresentanti di SPI/CGIL e del circolo Arci, dove in serata proseguiranno le commemorazioni anche attraverso le immagini della mostra dedicata al 70° anniversario dal primo voto femminile.
Il sindaco Zanni ha tenuto a ringraziare i presenti, “per l’impegno e la passione dimostrata nel tramandare, di generazione in generazione, la storia e gli avvenimenti che segnarono il nostro paese.
L’Amministrazione comunale è da sempre molto sensibile verso le iniziative legate alla Memoria Storica e alla Resistenza. Il 20 luglio rappresenta per tutti i castellaranesi un momento particolare, quasi intimo, un’occasione per riscoprire i valori storici della nostra comunità, la sua coesione, l’appartenenza fondata su valori fondanti.
Leggendo le parole scritte nei diari di Don Romolo Grasselli, presenti anche nel libro di Zambonelli, colpisce come l’intensa narrazione dei fatti accaduti all’alba del 20 luglio stridano con molti dei ricordi che tanti nostri cittadini – specialmente i più giovani e chi non ha vissuto direttamente quei tragici momenti – hanno rispetto ai luoghi descritti. Il centro storico, l’Aia del Mandorlo, la ratta, piazza del comune. Luoghi solitamente associati a concetti di Festa, ritrovo, socializzazione, felicità.
Gli stessi luoghi che 72 anni fa divennero teatro di morte, distruzione, barbarie e deportazione.
Un ideale contrasto che stride fortemente ma che diviene utile a restituirci, in maniera ancor più indelebile, un ricordo più che mai vivo e vigoroso dei sacrifici e delle battaglie compiute in nome della Libertà e della Democrazia.
Da primo cittadino, ma anche e soprattutto da giovane castellaranese, voglio perciò dire GRAZIE ad Alcide e Fernando per l’insegnamento e l’esempio che ci hanno donato, per ciò che hanno consentito a tutti noi gratuitamente di ereditare e che siamo chiamati ora a difendere e tramandare”.