Urlo-a-PasoliniOre 6.30, stazione dei treni di Scandiano, banchina del primo binario: tra gli studenti che aspettano l’arrivo del treno per andare a scuola a Reggio Emilia, due giovani iniziano a picchiarsi vistosamente. Pugni, rabbia, urla, poi improvvisamente uno di loro si ferma e, tranquillo e composto, parla con chi lo sta guardando per dire che lui ci tiene quando esce ad essere elegante e “per bene”, dopodiché torna ad essere violento e continua a picchiare l’altro ragazzo. Interviene una ragazza che era lì con un’amica, capelli corti, viso pulito, alta, magra, si mette tra i due a braccia aperte e comincia a urlare, allora urlano tutti, poi i tre, l’amica e i due ragazzi che si picchiavano, corrono via continuando ad urlare, la ragazza invece resta, prende un microfono e comincia a urlare la sua rabbia, contro il sistema, contro le regole imposte, contro suo padre, contro la moda, contro la scuola, contro tutto e tutti. I tre che sono scappati riemergono poi dall’altro lato dei binari, salgono su cubetti di cemento e alzano dei cartelli con immagini di campagne pubblicitarie, li voltano e si legge la scritta “LIBERI DI ESSERE”, contemporaneamente sulle note di una musica molto coinvolgente amatissima dai giovani di oggi, tutti iniziano a ballare, lasciando andare tensioni, rabbia e preoccupazioni.

 

Questo è il racconto della performance teatrale che questa mattina alle 6.30 e, in replica, alle 6.50 e alle 7.15 Paola, Nelly, Walid e Davide hanno fatto in stazione a Scandiano. L’iniziativa, dal provocatorio titolo “Urlo a Pasolini”, è frutto di un laboratorio teatrale tenuto da Fadia Basmaji dell’Associazione culturale Sinonimia/Teatro Cultura e Bellezza. I ragazzi, tutti tra i 16 e i 19 anni, hanno lavorato sulla violenza, sul voler emergere, sulla ribellione e sulle immagini stereotipate che propone/impone la società contemporanea. La performance ha fatto convivere il linguaggio utilizzato oggi dai ragazzi, ricco di parolacce e violenza, e parole tratte dagli scritti di Pasolini.

Contemporaneamente, sempre sul primo binario, un gruppo di ragazzi e ragazze che frequentano il Centro Giovani di Scandiano stavano realizzando, con la collaborazione e supervisione di Simone Ferrarini, un murales dedicato alla figura di Pasolini. Erano presenti anche gli operatori della cooperativa sociale Raptus che gestiscono i centri giovani di Scandiano ed Arceto e che coordinano questo ed altri progetti sul territorio. Il murales, ancora solo abbozzato ma che nei prossimi giorni prenderà la sua forma definitiva, raffigura il volto di Pasolini, al suo fianco verrà poi inserita anche una frase dello stesso autore. Questa iniziativa s’inserisce in una progettualità più ampia che da alcuni anni Raptus, in collaborazione con il Comune di Scandiano, sta portando avanti sul territorio utilizzando il linguaggio della street art. Sono diversi, infatti, i murales già realizzati dai ragazzi del centro: al centro stesso di via Diaz, sia sui muri esterni che sui muri interni, al Centro Diurno di Scandiano, al Circolo Al Ponte di Cà de Caroli. In stazione, oltre al murales su Paolini, il progetto di street art/arte urbana prosegue anche nel sottopasso che porta ai binari con altri interventi artistici. Tutti questi interventi nascono anche dalla volontà di riqualificare alcune aree e luoghi, recuperandoli e caratterizzandoli con segni e immagini significative. Tutti gli interventi pittorici vengono prima ideati e progettati su bozzetto al centro e poi realizzati nei diversi luoghi individuati. In tutte queste fasi sono i ragazzi stessi che lavorano e creano con la collaborazione degli esperti e degli operatori del centro.

 

Entrambe le iniziative s’inscrivono nel progetto “Lo scandalo del contraddirmi. Pasolini Profeta civile” organizzato dall’Amministrazione comunale e che dal 31 ottobre scorso propone a Scandiano appuntamenti per ricordare, a 40 anni dalla sua morte, la figura di un intellettuale italiano, le cui opere e il cui pensiero sono del tutto attuali.

La scelta della stazione è stata dettata dalla volontà di lasciare un segno tangibile del passaggio di Pasolini che proprio da qui partiva nel 1935 e 1936 per andare al liceo a Reggio Emilia negli anni della sua formazione.