Monsignor Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Nonantola sarà gradito ospite del Policlinico di Modena nel corso della XXIV Giornata del Malato che, come ogni anno, si celebrerà l’11 febbraio, giorno della prima apparizione della Madonna a Lourdes. Mons. Castellucci ha accettato l’invito del direttore generale, Ivan Trenti e del Parroco, don Ilario Cappi, a incontrare non solo una rappresentanza dei pazienti ma anche dei professionisti che ogni giorno lottano con la malattia. Il tema di quest’anno è tratto dal vangelo di Giovanni (Gv 2,5) e raccomanda di affidarsi a Gesù qualsiasi cosa accada, un tema quindi davvero significativo quando declinato in un ambiente come l’Ospedale dove ogni giorno si vive e si lotta contro la malattia.
La Direzione, i professionisti e i pazienti del Policlinico ringraziano Mons. Castellucci per aver accettato questo invito in un momento di grandi impegni per la concomitanza della Quaresima.
Il programma
Dalle ore 13:30 alle ore 14:30, nell’Aula Magna del centro Didattico Interdipartimentale (Policlinico, via del Pozzo), Mons. Castellucci incontrerà gli operatori e i rappresentanti delle associazioni di volontariato che operano in ospedale. Dalle ore 14:30 alle 15:30 è prevista la visita ad alcuni reparti. Dalle ore 15:30 alle 16:00 vi sarà l’incontro con i sacerdoti in cappella. A seguire, dalle ore 16:00, Mons. Castellucci celebrerà la Santa Messa nella Chiesa del Corpo Centrale. La visita nei reparti sarà effettuata in forma privata, mentre l’incontro con i dipendenti e la celebrazione saranno trasmessi in diretta su tutte le televisioni delle degenze.
La Giornata del Malato
La Giornata Mondiale del Malato è stata voluta da San Giovanni Paolo II nel lontano 1992, ha lo scopo di sensibilizzare le comunità cristiane e la società civile sui problemi della cura e dell’assistenza nei confronti di chi soffre, richiamando – altresì – l’impegno sociale del volontariato sanitario, aiutando i malati a sentirsi soggetto attivo nella comunità, non solo cristiana, e ponendo l’accento sulla necessità di pervenire ad una effettiva umanizzazione della cura e dei luoghi di cura.