E’ inquietante il rapporto sulla sicurezza e l’autodifesa presentato da Licom, l’associazione commercianti di Lapam Confartigianato di Modena e Reggio Emilia.

“Da un lato non ci stanchiamo di promuove corsi per l’autodifesa e a promuovere appelli per una maggiore collaborazione tra autorità, enti pubblici e privati – Rita Cavalieri, presidente Licom – dall’altro oggi commentiamo questi dati che vedono il raddoppio, + 100%, della ricerca di armi da autodifesa da parte dei privati”. Come se non bastasse, sono triplicati i tempi di attesa ai tiri assegno – laddove è necessario conseguire la pratica per essere abilitati ai porti d’arma.

Sono in sensibile aumento i cittadini modenesi e reggiani che si rivolgono alle armerie (e a anche su internet) per trovare una risposta alla propria insicurezza. L’analisi giunge da Franco Macchioni, consigliere nazionale Assoarmieri. L’evoluzione della clientela che si presenta alle armerie, infatti, è quella di un consumatore a volte di sesso femminile (commesse), proveniente dal commercio (commessi e titolari) e in cerca di strumenti per difendersi da eventuali assalti.

“Vengono richieste nuove soluzioni come spray al peperoncino, ma anche lo storditore elettrico che per legge è ammesso solo per la difesa in ambito abitativo. Poi, anche, il ritorno a strumenti assai conosciuti, come manganelli portatili, scacciacani, pistole ad aria compressa ma anche armi da fuoco”.

“La recrudescenza dei fenomeni malavitosi di furti, saccheggi, rapine – conclude Gabriele Arlotti, consigliere Licom e presidente di Confartigianato Castelnovo Monti – deve comunque porre al centro il tema della legalità anche nell’autodifesa, a tutela prima di tutto delle persone che subiscono tutto ciò. Riteniamo ancora insufficienti, però, le installazioni di telecamere nei territori, mentre è auspicabile un rafforzamento del presidio dell’arma specie nei comuni più periferici, in particolare nelle ore notturne. Non ultimo chiediamo che si possa andare oltre la fascicolazione dei reati commessi a danno di imprenditori e privati, ma che possa essere compiuta, almeno per i casi più molesti e ripetuti, un’attività di indagine che dia risposta a chi è vittima di furto”.