Oltre 100 studenti partecipanti, due categorie (“The Community” e “Best Projects”), tre scuole di design di rilievo internazionale (Politecnico di Milano, EnsAD di Parigi e IED di Torino), sei vincitori: i numeri della terze edizione di Ceramic Futures – From Poetry to Science Fiction parlano da soli.
Sono stati presentati oggi nella Galleria dell’Architettura i progetti degli studenti vincitori, in cui i ragazzi hanno immaginato nuovi scenari e percorsi per il prodotto ceramico. Con un processo innovativo che sta alla base di Ceramic Futures: l’utilizzo dei social network. Il percorso di progettazione dei partecipanti infatti è stato condiviso su www.ceramicfutures.com/3, connessa a Facebook, Twitter, Instagram e Google+: qui, migliaia di utenti hanno potuto osservare e interagire con i ragazzi e i loro lavori, votando i preferiti.
I vincitori 2015 sono stati per la categoria “The Community”, Cecilia Arata dello IED, con il suo progetto “Blindness”; Clara Kernreuter, dell’Ensad, con “Sensitive collective memories”, e Camilla Marini del Politecnico, con il prototipo “Snap Futures”.
Per la categoria “Best Projects” invece i vincitori premiati sono stati Alessandro Calabrese, per lo IED, con “Freeze this post”; Martina Genovesi, del Politecnico, con il suo “High on memory”, ed Erwan Péron, dell’Ensad, che ha vinto con il progetto legato all’ecologia “Or noir / Black Gold”.
Stefano Mirti, curatore del progetto, ha sottolineato: “In questo momento storico in cui tutto cambia in fretta, l’innovazione di questo progetto resta: i social, gli studenti, e la ceramica, un materiale senza tempo”.
Presente all’evento anche Francesco Pacelli, vincitore dell’edizione 2014 con un progetto che univa cibo e ceramica per strutture abitative resistenti e innovative. Ora Francesco collabora con l’azienda Wasp di Massa Lombarda, ideatrice della stampante 3D più grande al mondo (12 metri), con l’obiettivo di costruire case a km 0 con materiali reperibili sul territorio.
I tutor delle tre scuole, che hanno seguito i ragazzi per tutto il processo di progettazione (Yulya Besplemennova, Anna Bernagozzi, Tommaso Delmastro, Michele Bortolami e Marco Lampugnani), hanno poi riflettuto sull’importanza del concorso. “La ceramica è il materiale con cui storicamente gli antichi trasmettevano le proprie memorie ai posteri, sotto forma di statue e sculture – ha notato Anna Bernagozzi, tutor all’Ensad -. E gli studenti, proiettati verso il futuro, ne hanno sfruttate le migliori caratteristiche”. “I progettisti di domani – le fa eco Michele Bortolami – devono essere come deejay che mixano linguaggi e tecniche differenti, per una ‘top compilation’ che coinvolga tutti i sensi”.
Marco Lampugnani, del Politecnico, che ha partecipato a tutte le edizioni, ha commentato: “L’impatto formativo di questo concorso è unico, rende effettivo il rapporto tra scuola e imprese. Dopo tre anni, possiamo testimoniare come i ragazzi vincitori delle scorse edizioni siano usciti cambiati, professionalmente maturati e i grado di cogliere opportunità nuove”.
Il progetto, che vede la sua naturale conclusione al Cersaie con mostra, catalogo e simposio, diventa un’esplorazione etnografica, che avrà ripercussioni sullo sviluppo futuro dei prodotti ceramici. Per questo, nella mostra alla Galleria dell’Architettura trova una collocazione d’onore anche una selezione dei progetti più interessanti delle scorse edizioni.