Una modifica al “Regolamento contenente i criteri e le modalità applicative dell’articolo 14.1 del Rue” che consente il ricalcalo dell’ammontare del contributo dovuto per accordi perequativi sulla base degli attuali valori di mercato anche per i privati che hanno già stipulato gli accordi, recepiti o meno con variante al Poc.
Il provvedimento relativo al Regolamento urbanistico edilizio, che l’Amministrazione intende assumere visto il prolungato quadro di difficoltà economiche, è stato illustrato dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli nel corso del Consiglio comunale di mercoledì 22 aprile e approvato con il voto favorevole di Pd e Sel, l’astensione di Ncd, Per me Modena e CambiaModena, e il voto contrario di FI e M5s.
L’articolo 14.1 del Rue prevede la possibilità per i cittadini di chiedere trasformazioni su aree e immobili di proprietà per utilizzarli al meglio secondo le proprie necessità, sia in termini di qualità, con richieste di adeguamenti, frazionamenti o ampliamenti della superficie utile all’interno della propria area, sia in termini di destinazione d’uso, con la richiesta di passaggio da una categoria all’altra (residenziale, direzionale, commerciale, produttivo, alberghi, edifici sportivi, case di cura, teatri, cinema e sale per concerti) sempre nell’ambito di zone già urbanizzate. Come compensazione economica per il maggior valore ottenuto dall’area a seguito della trasformazione, i privati devono devolvere all’Amministrazione un contributo da destinare agli investimenti.
La norma rinvia a un altro regolamento la metodologia per l’applicazione del contributo, già oggetto di una precedente delibera, approvata a dicembre 2014, che ha previsto l’applicazione di valori mediamente più bassi, legati all’andamento del mercato, in caso di interventi in deroga ai sensi dello Sblocca Modena. La delibera appena approvata estende la possibilità di contribuzione agevolata anche agli accordi già stipulati che ancora non sono stati recepiti con variante al Piano operativo comunale, e a quelli su cui è già stata approvata variante ma che non hanno avuto ancora attuazione a causa della stagnazione del mercato immobiliare e degli attuali scenari economici.
“Obiettivo della delibera – ha affermato Vandelli – è consentire l’attuazione degli interventi di riqualificazione previsti che sono rimasti fermi a causa delle difficoltà dei privati a corrispondere i contributi stabiliti sui parametri vigenti prima della crisi. Di fatto – ha proseguito – la modifica al regolamento sulla perequazione è volta a introdurre elementi di flessibilità, ridurre la burocrazia, semplificare l’azione amministrativa per contenere le tempistiche dei procedimenti. Prevede infatti la possibilità per i privati di chiedere entro 180 giorni dall’approvazione della modifica al Regolamento il ricalcalo dell’ammontare del contributo dovuto, evitando così il ripristino della previsione urbanistica pre-accordo e il riavvio dell’iter di variante per accedere ai contributi agevolati, con ulteriore durata del procedimento di 18-24 mesi”.
L’assessora ha precisato che, “con la modifica verranno rinegoziati esclusivamente i termini economico-finanziari, mentre quelli urbanistici rimarranno immutati” e ha spiegato che “i contributi maturati da tutti gli accordi sino ad oggi sottoscritti sono circa 10 milioni di euro. Di questi un quarto è stato versato, e pertanto i privati hanno attivato iniziative e potuto usufruire in modo incondizionato della modifica al Piano, una metà – frutto di pochi ma tra i più corposi accordi – non è stata corrisposta, mentre un 5 per cento vede la rinuncia da parte dei privati e per la parte rimanente i soggetti sono in situazione di attesa. Il ricalcolo – ha concluso l’assessora Vandelli – è quindi una misura con cui si vuole rimette in equilibrio il rapporto tra benefici assegnati al privato e contributi per la realizzazione di opere pubbliche”.
IL DIBATTITO SUL RICALCOLO DEI CONTRIBUTI
L’approvazione in Aula della delibera di modifica al regolamento sulle modalità applicative della perequazione è stata preceduta dall’intervento di diversi consiglieri
Prima dell’approvazione della modifica al “Regolamento contenente i criteri e le modalità applicative dell’articolo 14.1 del Rue”, nella seduta del Consiglio comunale di mercoledì 22 aprile, sono intervenuti diversi consiglieri.
Per Adolfo Morandi di FI, che ha annunciato voto contrario, quella dei contributi legati ad accordi perequativi “è una vera e propria gabella. Anche se definite questo introito dell’Amministrazione una restituzione di ricchezza alla collettività, perché viene investita dal Comune, si tratta di una vera e propria ‘espropriazione’, non perequazione”.
Marco Chincarini di Per me Modena ha evidenziato che “rispetto a chi ha concluso l’accordo adempiendo ai termini, coloro che hanno aspettato, con questa delibera, si vedono riconosciuto un vantaggio. Riconosciamo la bontà dell’impianto: è evidente che la condizione del mercato è cambiata e che c’è la crisi, ma non compensa la posizione di svantaggio in cui vengono posti coloro che sono stati ossequiosi rispetto agli accordi”.
Della stessa idea anche il capogruppo del M5s Marco Bortolotti, che ha parlato di delibera “che crea perplessità. Se la variante fosse stata retroattiva avremmo potuto condividerla – ha precisato – ma in questo modo si avvantaggia solo una parte. Se in precedenti deliberazioni la diminuzione dei contributi fosse stata estesa a tutti, invece che solo ad alcune categorie, oggi non ci troveremmo in questa situazione, che pare un tentativo per ottenere contributi rimasti bloccati”. Mario Bussetti ha espresso dubbi sulla “corrispondenza tra la ratio di una scelta e i suoi effetti. Se veramente si vuole dare l’impulso a chi ha un progetto abbandonato ci può stare, ma 180 giorni sono tanti per farlo e portano a bloccare la situazione per ulteriore tempo”. Il consigliere ha inoltre evidenziato che “se i progetti sono stati approvati molto tempo fa, non è detto che le condizioni per cui sono stati approvati allora siano ancora valide”. Luca Fantoni ha annunciato il voto contrario del M5s: “Ci troviamo in forte difficoltà a votare positivamente la modifica al regolamento”, ha affermato. “L’impianto generale non è sbagliato, ma la creazione di questa finestra non dà equità al sistema della regolazione urbanistica, non è equa verso i cittadini che hanno pagato e portato a termine il percorso dell’accordo”.
Per il Pd, Fabio Poggi ha ricordato che “chi non ha approfittato dell’accordo in prima istanza è perché in quel momento non riusciva a sostenerlo dal punto di vista economico-finanziario, non perché l’ha rinnegato dal punto di vista urbanistico. Con la delibera – ha aggiunto – non andiamo ad aggiungere diritti, ma a semplificare l’accesso a un diritto legato a interventi di riqualificazione che non vanno a incidere sul nuovo”. Il capogruppo Paolo Trande ha ricordato che “spesso ci si lamenta per l’eccessiva burocratizzazione di certi percorsi e questa delibera prova a intervenire su questo. Le tre caratteristiche principali che la contraddistinguono sono flessibilità, semplificazione e adattamento alla fase economica; tutto al servizio di una progettualità complessiva che è facilitare il recupero e la rigenerazione di pezzi della città”.
Marco Cugusi di Sel ha condiviso le perplessità “rispetto al cittadino che ha già pagato ed è andato avanti con l’opera ma, giusto o non giusto, sono logiche di mercato. Questa situazione si verifica anche quando i prezzi calano e chi compra dopo è avvantaggiato rispetto a chi ha comprato prima”. Il consigliere ha infine sollecitato “l’avvio rapidissimo del percorso sul Psc”.
Luigia Santoro del Ncd ha annunciato l’astensione del suo gruppo: “Penso che questa sia una delibera migliorativa rispetto al regolamento in atto – ha affermato – che toglie burocrazia, riduce i contributi, ma continua ad essere espropriante. Preferirei una semplificazione ulteriore, bisogna andare incontro ai cittadini e alle imprese che lavorano e fanno andare avanti economia”.