Accogliamo positivamente l’istituzione di una commissione dedicata appositamente allo studio della riforma dei reati in materia agroalimentare. Sono le parole del Direttore di Coldiretti Modena, Antonio Maria Ciri, nel commentare la notizia della creazione presso l’Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, su proposta del Guardasigilli Andrea Orlando, della Commissione di studio per l’elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare alla cui guida ci sarà l’ex procuratore di Torino Giancarlo Caselli, che attualmente presiede il Comitato Scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso dalla Coldiretti.
Quello delle frodi – ricorda Coldiretti Modena – è un fenomeno in crescita nel mercato globale che vede aumentare i rischi derivanti da attività di produzione e distribuzione di cibi adulterati e dalle frodi con conseguenze pesanti per la salute e per l’economia, con il business delle agromafie che, con un aumento del 10 per cento in un anno, raggiunge i 15,4 miliardi di euro nel 2014, in controtendenza alla fase di recessione.
“Non si deve pensare che la nostra provincia ne sia esente – sottolinea Ciri. Purtroppo la cronaca locale ha messo in luce come ormai la criminalità malavitosa non sia più localizzata nelle regioni del sud tradizionalmente caratterizzate da questi fenomeni. L’impoverimento che la stessa criminalità ha provocato ha reso quelle zone ormai prive di ogni attrattiva spingendo alla ricerca di nuovi territori da sfruttare illecitamente. Anche in provincia di Modena si sono registrati casi di infiltrazioni malavitose e il fatto che il settore agroalimentare la provincia sia uno dei più ricchi lo rende particolarmente attraente agli occhi di vuole arricchirsi illecitamente. Per questo – conclude il direttore di Coldiretti Modena – è particolarmente importante vigilare e perseguire questi crimini con un sistema punitivo più adeguato. Ma è necessario pensare, oltre all’inasprimento delle pene previste, anche all’articolazione di modelli di sanzioni in grado di colpire i patrimoni economici, ad esempio, attraverso la confisca, così come sperimentato per il contrasto alla criminalità organizzata”.
Garantire trasparenza negli scambi commerciali e dare una risposta certa a condotte criminali costituisce, del resto – sottolinea Coldiretti – la risposta fondamentale che lo Stato può dare per supportare la crescita e la competitività del vero Made in Italy oltre che per rimuovere i rischi per la salute. Anche in questo settore – conclude Coldiretti – l’Italia può fare da battistrada in Europa per colpire in modo esemplare gli scandali che si ripetono nel tempo, dai polli alla diossina alla carne di cavallo spacciata come manzo, che possano far crollare la fiducia del pubblico dei consumatori e bloccare il regolare funzionamento del commercio”. Della Commissione faranno parte: Alessandro Berardi, professore ordinario di diritto penale dell’Università di Ferrara; Alberto Gargani, professore ordinario di diritto penale dell’Università di Pisa; Pierluigi Di Stefano, Consigliere della Corte di Cassazione; Massimo Donini, professore ordinario di diritto penale dell’Università di Modena; Raffaele Guariniello, sostituto procuratore presso il Tribunale di Torino; Stefano Masini, membro dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare; Aldo Natalini, sostituto procuratore presso il Tribunale di Siena; Vincenzo Pacileo, sostituto procuratore presso il Tribunale di Torino; Cesare Patrone, Capo del Corpo Forestale dello Stato; Cosimo Piccinno, Comandante dei Carabinieri per la Tutela della Salute; Vincenzo Paticchio, comandante del Comando dei Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente; Mario Monopoli, funzionario del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.