“Cosa ricordiamo? Come lo ricordiamo? Perché lo ricordiamo? Sono domande semplici che richiedono risposte meditate e competenti. Per questo a conclusione di una settimana di celebrazioni, feste ed eventi culturali vogliamo proporre a Modena un’occasione di riflessione sulla memoria storica della Seconda guerra mondiale e della lotta di Liberazione”. E’ questo l’obiettivo dell’incontro di domenica 26 aprile alle 17.30 presso il Forum Guido Monzani di Modena, riassunto dalle parole di Giuliano Albarani, Presidente dell’Istituto Storico di Modena e moderatore dell’evento.
Sul palco del Forum dialogano due studiosi noti al grande pubblico anche per il loro impegno in una divulgazione storica di qualità: Giovanni De Luna, che ha da poco pubblicato per Feltrinelli il saggio La Resistenza perfetta, e Gianni Oliva, di cui Mondadori ha appena mandato alle stampe il volume Il tesoro dei vinti.
Sottolinea De Luna: “Ho scelto di raccontare una storia, un luogo, alcuni personaggi: un castello in Piemonte, una famiglia nobile che decide di aiutare i partigiani, la figlia più giovane, Leletta d’Isola, che annota sul suo diario quei mesi terribili ma anche meravigliosi in cui comunisti e monarchici, aristocratici e contadini, ragazzi alle prime armi e ufficiali dell’ex esercito regio lottarono, morirono, uccisero per salvare la loro patria, la loro libertà, il futuro di una nazione intera”.
Gli autori, nel corso dell’incontro, cercheranno di rispondere a domande scomode: che significato ha, oggi, a settant’anni di distanza, promuovere la conoscenza e il ricordo dei giorni della Liberazione? L’attenzione delle istituzioni, del mondo della scuola, degli ambienti culturali per quelle vicende, quel periodo e quell’Italia risponde a un interesse reale o è frutto di una tendenza alla ritualità e alla stanca ripetizione di schemi celebrativi? Parlare di Resistenza e antifascismo significa ancora oggi schierarsi politicamente o la memoria della lotta di Liberazione è divenuta, come si dice in gergo, “memoria condivisa”, punto di riferimento univoco per tutti gli italiani? E ancora: ha un posto, nella nostra coscienza nazionale – e se sì, quale – l’esperienza di chi ha militato nella Repubblica sociale italiana e ha abbracciato i valori del Fascismo?