L’Associazione Nazionale Carabinieri della provincia di Modena ricorda oggi – con la Brigata Polacca che entrò per prima a Modena il 22 aprile 1945 (da Nonantola) – il Nucleo di Carabinieri inserito in essa come in tutte le Grandi Unità Alleate, su disposizione del Generale Alexander che aveva voluto diecimila Carabinieri per le Armate Alleate. Quel Nucleo era comandato dal Sottotenente Romano Danelli.
Domenica 22 aprile nel 1945 i militari polacchi con i Carabinieri occuparono la caserma della Milizia fascista e della GNR in viale Tassoni (oggi Caserma “Emanuele Messineo”): quando nei mesi successivi i Polacchi lasciarono Modena, i Carabinieri confiscarono (era stata edificata dai fascisti modenesi) la caserma di viale Tassoni ad uso del “Nucleo Autocarrato Carabinieri” che vi rimase sino al 1965 con le Autoblindo “Stanghound” donate dagli Inglesi (della VI^ Divisione corazzata) ai Carabinieri itaiani.
Una vicenda analoga riguarda Montese, liberata dalla Brigata Brasiliana (FEB) che aveva al proprio interno il Nucleo Carabinieri comandato dal M.llo Antonino Bertot.
Tra i Carabinieri impegnati nei reparti partigiani modenesi al momento della Liberazione, si ricordano: Bonvicini Luigi – Serramazzoni (Brigata Adelchi-Corsini); Bosi Guerrino “Tenente Macario” nella Brigata Costrignano – Montecreto; Brugioni Luigi – alto Appennino modenese; Ferrari Brig. Carlo – Brigata Partigiana “Scarabelli” padre del M.llo Guido attuale Resp. dell’Uff. Comando della Compagnia di Sassuolo; Muraro M.llo Ottorino – poi Comandante della Stazione CC. di Fiorano; il pavullese Ten Colonnello Martino Veduti, già Medaglia d’Oro, in Piemonte; il ligure Brigadiere Celso Viglino, tra Modena e Bologna, poi “caduto” in servizio a Modena nel 1947.
I Carabinieri di Finale Emilia e Massa Finalese (comandati dai Marescialli Giuseppe Avallone e Luigi Beato) che aiutavano gli Ebrei a procurarsi documenti falsi e ad espatriare, vennero tutti deportati in Germania e di loro non si ebbero più notizie.
Unici ad oggi viventi, due Carabinieri ultranovantenni modenesi, deportati in Germania, Ezio Trenti di Vignola-Marano e Dovilio Calendi, liberati dalle truppe Anglo-Americane, rimasero a combattere in Nord-Europa all’interno dei reparti Alleati.
Cinque i Carabinieri “caduti” nella Resistenza modenese: Sassi Ivo nei boschi di Ciano – ricordato nel sacrario partigiano a Ciano di Zocca
Ricordati con foto nel Sacrario partigiano ai piedi della Ghirlandina: Corazzari Alberto (Brigata “Costrignano”); Ferrari Luigi di Montefiorino – nome di battaglia “Angelo” (Brigata “Bigi”); Rusticelli Giorgio (Divisione “Armando”); Marinelli Annibale, abruzzese di Colonnella – a San Cesario sul Panaro, nella strage in cui fu massacrata Gabriella Degli Esposti.