Tutti d’accordo sulla difesa del made in Italy, sulla tutela del settore agroalimentare emiliano-romagnolo e, in particolare, sul fronte della valorizzazione del latte italiano e della filiera lattiero casearia, con la lotta alla contraffazione dei prodotti alimentari, Parmigiano reggiano e Grana padano in testa, e l’obbligo di indicare sulle etichette dei prodotti lo stabilimento di produzione. Sono questi i temi toccati da cinque risoluzione esaminate dall’Assemblea legislativa regionale, quattro delle quali hanno ottenuto il voto unanime dell’Aula, mentre una sola è stata respinta, a maggioranza.
Sono passate, quindi, la risoluzione bipartisan, sottoscritta da Galeazzo Bignami Fi (primo firmatario), Gianni Bessi, Paolo Calvano e Manuela Rontini del Pd, Giulia Gibertoni (M5s) e Alan Fabbri (Ln), a cui si sono aggiunte le firme di Enrico Aimi (Fi) e Tommaso Foti (Fdi); una delle due risoluzioni presentata da Foti (Fdi), una della Lega nord e una a firma del Movimento 5 stelle. Approvati anche tre emendamenti di Bessi (Pd). Di questi, due (accolti dai proponenti) riguardano la ridefinizione del dispositivo finale delle risoluzioni della Lega nord e di quella approvata a firma Foti.
LE RISOLUZIONI
La risoluzione bipartisan, illustrata da Bignami (Fi), impegna la Giunta a riferire in Assemblea legislativa le problematiche del settore lattiero per individuare un percorso condiviso per la valorizzazione del latte italiano, a tutela del made in Italy agroalimentare, della trasparenza delle etichettature e della equità della filiera. “In seguito alla cessazione del sistema quote produttive, il settore lattiero-caseario- si legge nel testo- sarà al centro di una delicata fase di gestione dell’offerta produttiva. Il Parlamento europeo- spiegano i firmatari- è quindi impegnato nella fase di definire il futuro del settore con l’obiettivo di individuare soluzioni che consentano la gestione del periodo post quote in termini di sostenibilità dell’offerta e possano introdurre strumenti efficaci per gestire la sempre più intensa e ricorrente volatilità che caratterizza il mercato”. Le difficoltà nelle relazioni contrattuali e nella distribuzione del valore e i conseguenti squilibri nella filiera – sostengono – “sono un fenomeno, purtroppo, ricorrente. Con la conseguenza di problemi per le imprese ma anche per i consumatori, per i quali, rispetto alla diminuzione di quanto corrisposto agli agricoltori, non risultano cali corrispondenti nel prezzo del latte fresco”. A fronte dell’aumento delle importazioni di latte e prodotti caseari, inoltre, la normativa in materia di etichettatura non obbliga a riportare l’indicazione del Paese di origine e della zona di mungitura. In questo modo, “la mancanza di informazioni al consumatore, fatta eccezione per il latte fresco e i prodotti Dop, non consente di tracciare il latte importato dall’estero e trasformato in italiano, rendendo indistinta oltre il 40% della produzione”.
Una sola delle due risoluzioni presentate in Aula da Foti (Fdi) è stata accolta con il voto unanime. Si tratta del testo che chiede al ministro delle Politiche agricole “di ricorrere in modo sistematico, a livello europeo, al meccanismo di tutela ex officio delle produzioni agroalimentari Dop e Igp, non appena ne ricorrano le condizioni”. La risoluzione impegna la Giunta anche a chiedere al Governo “una più ampia informazione sulle trattative relative all’accordo Ue-Usa, riguardanti il partenariato transatlantico su commercio e investimenti (Ttip) e di continuare l’attività di prevenzione e contrasto alla contraffazione dei prodotti italiani sul web”.
Respinta (sì da Ln, Fi, Fdi, no di Pd e Sel, astenuti M5s e AltraER) la risoluzione in cui Foti stigmatizza la situazione del settore lattiero che “rischia di precipitare, con la fine del regime delle quote latte da aprile 2015 e con un prezzo riconosciuto agli allevatori che non copre neppure i costi di produzione e spinge verso la chiusura altre migliaia di allevamenti”. Bessi, per il Pd, ha motivato il voto negativo con il fatto che molti elementi contenuti nel testo sono già ricompresi in altre risoluzioni.
Il problema della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, in particolare dei prodotti agroalimentari, e degli strumenti idonei a contrastarla e prevenirla, è al centro della risoluzione della Lega nord, illustrata in Assemblea da Fabio Rainieri.
Partendo dal presupposto che le produzioni agroalimentari di qualità rappresentano un settore fondamentale dell’economia nazionale e soprattutto regionale, il consigliere punta il dito sul fatto che “fuori dall’Europa si incontrano i maggiori problemi per i controlli sui falsi e sulle contraffazioni, sia per la chiusura di importanti mercati, primo fra tutti quello russo”.
Il testo impegna quindi la Giunta a proseguire nell’azione di sostegno, promozione e salvaguardia dei prodotti Dop e Igp. La Regione dovrà anche appoggiare l’azione del Governo sul tema dell’etichettatura, sull’incremento della vigilanza sui mercati anche a livello internazionale e di incentivazione dell’attività di tutela dei Consorzi di produttori, per una maggiore tutela dei prodotti comunitari agroalimentari di qualità e nella verifica delle condizioni perché siano rimosse al più presto le sanzioni alla Russia.
La risoluzione del Movimento 5 stelle, illustrata da Andrea Bertani, chiede all’esecutivo regionale di attivarsi in tutte le sedi istituzionali perché “sia mantenuto l’obbligo di indicare sulle etichette dei prodotti lo stabilimento di produzione”. Le direttive europee in materia “non prescrivono l’obbligo di indicare la sede dello stabilimento tra le informazioni obbligatorie in etichetta”. L’auspicio è quindi quello che “il positivo modello italiano di etichettatura sia esteso e integrato nel regolamento Ue 1169/2011. L’obbligo dell’indicazione del sito di produzione- sostiene Bertani- darebbe un elemento in più di informazione al consumatore per una scelta consapevole dei nostri prodotti, oltre a una loro maggiore visibilità”.
IL DIBATTITO: ‘TUTELARE PRODUTTORI E CONSUMATORI. AGRICOLTURA SETTORE STRATEGICO PER ECONOMIA’
Bignami (Fi) rileva l’importanza della convergenza di tutti i Gruppi su questo tema: “E’ necessario- afferma- che la Giunta informi sulle soluzioni che si intendono adottare a tutela del settore lattiero, ma anche a favore dell’intera filiera delle eccellenze locali”. Anche per Bessi (Pd), intervenuto in due riprese, per la tutela del settore “è importante andare al di là delle appartenenze”. Il consigliere illustra gli emendamenti, in particolare i due che vanno a incidere sul dispositivo delle risoluzioni di Fdi e Ln, meglio circostanziando le richieste e gli ambiti di intervento della Giunta. Foti (Fdi) stigmatizza la “grave” situazione che stanno vivendo i produttori, “che devono affrontare costi di produzione più alti dei colleghi europei, a fronte di ricavi in caduta libera”. Il consigliere denuncia anche che il prodotto italiano è “scimmiottato in tutto il mondo in modo ignobile, creando perdite di quote di mercato enormi”.
“Il settore agroalimentare e la produzione lattiera- sottolinea Rainieri (Ln)- hanno dato fama alla nostra regione: ora è venuto il momento di tutelare i produttori che rappresentano l’anello più debole della catena. E su di loro- segnala- che incombe la maggior quota di rischio, non bilanciata da buone prospettive. La contraffazione- sottolinea- vale tre volte il prodotto originale: basterebbe quindi bloccarla per dare più spazio ai produttori e garanzie ai consumatori”. L’invito che Rainieri rivolge infine alla Giunta è quello di sollecitare il Consorzio di tutela del Parmigiano, sia dal punto di vista della difesa dei produttori, sia perchè allarghi il proprio ambito di azione. Anche a parere di Bertani (M5s) è di “vitale importanza la corretta informazione al consumatore. A questo fine, l’obbligo di indicare il luogo e lo stabilimento di produzione è fondamentale, ma l’uniformarsi alle regole Ue ci fa tornare indietro, impedendo al consumatore di fare scelte consapevoli”. Per Yuri Torri (Sel), infine, non sfugge “l’urgenza di un confronto sul tema dell’agroalimentare di importanza cruciale per il sistema economico e per un moderno sviluppo della regione e del paese”. Da tenere sempre presente, a suo avviso, “la funzione dell’agricoltura come presidio del territorio e di opportunità di lavoro anche per i giovani”.