L’Amministrazione comunale nel respingere con forza le accuse mosse dall’ADI, conferma ancora una volta il proprio impegno a dare stabilità ai servizi rivolti all’infanzia e al personale precario che da anni svolge il proprio lavoro con competenza e professionalità.
Le difficoltà del contesto e l’incertezza del quadro normativo in materia di assunzioni di personale, con la necessità, negli anni 2015 e 2016, di assorbire il personale soprannumerario delle Province, sono note a tutti e certamente l’Amministrazione non l’ha negato né ha fatto nulla per nasconderlo. Anzi, l’ha sottolineato con estrema chiarezza nei propri documenti di programmazione che accompagnano il Bilancio.
Dopo la legge di stabilità 2015 e la successiva Circolare interpretativa, il Comune di Bologna è stata una delle amministrazioni locali che, insieme ad ANCI, più hanno chiesto con forza che sul piano delle possibilità assunzionali vi fosse certezza del diritto e almeno una deroga esplicita per assumere categorie di personale non presenti tra il personale delle Province, tra cui insegnanti ed educatori. Questo nella consapevolezza del rischio per la tenuta dei servizi essenziali dei Comuni e la loro funzionalità.
Anche per risolvere questa criticità che potrebbe creare seri disservizi ai cittadini, il presidente dell’Anci ha inviato nelle scorse settimane al Governo alcune proposte normative da introdurre nel prossimo decreto enti locali.
In un contesto che sta rischiando di paralizzare l’attività degli Enti, il Comune di Bologna, in attesa delle decisioni che verranno assunte a livello nazionale e nell’attento bilanciamento di rischi ed interessi, ha scelto di proseguire con la procedura di stabilizzazione degli insegnanti.
Il concorso, quindi, non è né falso, né a zero posti. E’ importante che i candidati ne siano consapevoli e spiace constatare che un’organizzazione sindacale si assuma la responsabilità di diffondere notizie che potrebbero indurre qualcuno a non partecipare alla procedura mettendo a rischio la propria possibilità di un impiego futuro.
Piuttosto confusa, peraltro, appare l’accusa di non aver inserito nel bilancio 2015 alcun posto di insegnante. I posti da insegnante sono 158 ed erano già previsti nella programmazione dei fabbisogni di personale del triennio 2014-2016, confermati negli Indirizzi relativi alla programmazione 2015-2017 contenuti nel Documento Unico di Programmazione appena approvato.
L’Amministrazione respinge al mittente anche l’accusa di “ossessione” per il contratto scuola. Il fatto che ci siano persone che protestano contro un ente che ha scelto una procedura “riservata” per assumerle a tempo indeterminato anziché avviare un concorso pubblico è davvero bizzarro e non si spiega in alcun modo se non, appunto, con la loro ossessione per il contratto scuola per il quale sono addirittura disponibili a mandare a monte la procedura concorsuale (si veda la richiesta di sospensiva al TAR, poi negata dal Giudice).
Infine, sul tema delle inidoneità e dei carichi di lavoro degli insegnanti.
Il numero dei dipendenti inidonei, temporaneamente e permanentemente, nei servizi educativi e nelle scuole di infanzia, pur se in lieve diminuzione, è ancora elevato. E’ un fatto, soprattutto se confrontato con il passato e con altri enti.
Non si capisce pertanto cosa ci sarebbe di disdicevole nel progetto di cercare “di abbassare, per quanto possibile, il livello di rischio.