Si è rivelato asso dell’informatica e del crimine: operando da un’altra provincia è riuscito a decodificare le credenziali della carta di credito di un 40enne reggiano dedicandosi in maniera sfrenata all’e-commerce. La vittima, grazie al servizio SMS fornitogli dal gestore dei servizi interbancari, si è però subito accorto delle anomali spese e si è rivolto ai Carabinieri della Stazione di San Polo d’Enza che attraverso mirate indagini telematiche sono risaliti sia all’hacker che operava dall’hinterland milanese che ai beni acquistati fraudolentemente in Internet che sono stati sequestrati per essere restituiti alla società venditrice che quindi potrà stornare i relativi costi riaccreditando gli importi indebitamente prelevati sulla carta del 40enne reggiano. Con l’accusa di concorso in frode informatica e indebito utilizzo di carta di credito i Carabinieri della Stazione di san Polo d’Enza hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un 30enne residente a Cernusco sul Naviglio. E’ stato lo stesso 40enne reggiano ad accorgersi dell’anomalo utilizzo della sua carta di credito grazie al servizio di SMS di allerta che lo informava dell’acquisto in internet di un televisore ed un orologio per un importo complessivo di 800 euro. Non avendo effettuato alcun acquisto ed avendo in disponibilità la carta di credito che non aveva ceduto a nessuno, l’uomo si rivolgeva ai carabinieri di San Polo d’Enza denunciando la frode informatica. I militari sanpolesi anche attraverso mirate indagini telematiche risalivano all’odierno indagato nei cui confronti venivano acquisiti incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine agli illeciti acquisti online. La prova del nove sula responsabilità del 40enne i militari la ottenevano grazie all’esito della perquisizione domiciliare emessa dalla Procura reggiana, concorde con gli esiti investigativi, che portava i carabinieri a rinvenire all’interno dell’abitazione dell’odierno indagato il televisore e l’orologio acquistati con l’utilizzo della carta di credito clonata. I beni venivano sequestrati per la successiva restituzione alla società venditrice mentre il 40enne veniva denunciato in ordine ai citati riferimenti normativi violati.