export_salitaIl Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena ha elaborato i dati diffusi da ISTAT sulle esportazioni provinciali al 30 settembre 2014. Dai risultati si evidenzia una sostanziale tenuta dell’export. Confrontando i primi nove mesi del 2014 con lo stesso periodo dell’anno precedente la tendenza è positiva (+6,1%), maggiore sia del dato regionale (+4,2%), sia di quello nazionale (+1,4%).

Infatti è molto differente il trend delle diverse regioni italiane: vi sono regioni con export molto in crescita come la Liguria (+9,5%), le Marche (+7,4%), la Puglia (+5,0%) e l’Emilia Romagna (+4,2%) ed altre che frenano l’export nazionale come la Sicilia (-13,4%), la Sardegna (-12,0%) e la Basilicata (-9,4%). La Lombardia, che contribuisce da sola al 27% dell’export nazionale, continua ad essere pressoché stabile (+0,3%).

Tutte le province dell’Emilia Romagna, tranne Forlì-Cesena (-0,5%), registrano valori positivi, con Ferrara al primo posto (+9,0%), seguita da Piacenza (+7,4%) e da Modena (+6,1%), che mantiene il secondo posto in regione dopo Bologna per volume totale di esportazioni (21,5%).

Riguardo i settori economici, il confronto con i primi nove mesi del 2013 evidenzia risultati piuttosto incoraggianti, con incrementi a due cifre per i ‘mezzi di trasporto’ (+11,1%), che ormai rappresentano un quarto dell’export provinciale, una buona performance della ceramica (+7,5%) e del biomedicale (+3,9%). L’unico settore leggermente negativo è il tessile abbigliamento (-0,8%).

Tra le aree geografiche si registra l’exploit delle esportazioni nei 13 nuovi paesi entrati nell’Unione Europea dal 2004 ad oggi, che registrano un sensibile incremento (+19,8%), bene anche il mercato asiatico (+11,2%) e l’Africa del Nord (+10,5%). Anche il nucleo storico della UE tiene bene (+8,8%), mentre continua il calo nelle aree che comunque sono poco significative per le aziende modenesi, come l’Africa Centro Sud (-11,2%) e il Canada e Groenlandia (-6,1%).

Tra i primi dieci stati per volume di esportazioni, rimangono al primo posto gli Stati Uniti, che però rallentano la loro corsa mostrando un incremento più modesto rispetto ai risultati precedenti (+1,4%). Bene tutti gli altri paesi europei, con in testa il Regno Unito (+19,1%), seguito dai Paesi Bassi (+9,6%) e dalla Germania (+8,0%).

Rimane in classifica la Cina grazie ad una crescita pari al +7,5%, mentre continua la discesa della Russia, che perde l’1,2%.

 

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