Nel corso del Consiglio comunale di Carpi del 12 dicembre scorso l’assessore all’Urbanistica Simone Tosi (nel corso del dibattito sul Piano della Ricostruzione) ha fornito alcuni dati aggiornati sulla situazione post-sisma. I MUDE (Modelli Unici Digitali dell’Edilizia) presentati sino ad oggi sono stati 365; di queste pratiche 205 hanno ottenuto un contributo, 20 sono state rigettate, 55 sono in fase istruttoria e 86 in quella dei controlli formali. Altre 349 sono state le dichiarazioni di impegno a presentare la pratica entro la fine dell’anno prossimo. 37 i milioni di euro di indennizzi autorizzati dalla Regione Emilia-Romagna, 16 quelli già erogati ai cittadini. “Speriamo a questo punto che entro la metà o al massimo la fine del prossimo anno – ha detto Tosi – e a parità di condizioni operative, si possano dare risposte a tutti coloro che dovranno ricostruire. Tengo a sottolineare che avendo stimato in circa un migliaio gli edifici danneggiati dal sisma a Carpi mancano all’appello ancora circa 300 possibili richieste. Pensiamo però che molti cittadini abbiano ottenuto fondi per la ricostruzione non tramite la presentazione di MUDE, ma ad esempio usufruendo di sgravi fiscali per gli interventi già compiuti o da compiere”.
Nel corso della seduta è stato approvato il primo stralcio del Piano della Ricostruzione. Nel corso della stessa seduta è stato adottato anche il secondo stralcio di questo strumento previsto dalla Regione (in base alla legge 16 del 2012) e che sarà la traccia da seguire per ridare al territorio un volto nuovo dal punto di vista urbanistico dopo il terremoto del maggio 2012, modificando ove e se necessari il Prg e il Regolamento edilizio. L’assessore all’Urbanistica Simone Tosi presentando la delibera in aula ha ricordato che si è arrivati all’adozione del primo stralcio del Piano dopo le audizioni della Commissione consiliare Ambiente e Territorio con i rappresentanti di sindacati, associazioni di categoria e del commercio, ordini professionali e associazioni degli agricoltori e dopo un’assemblea pubblica.
E’seguita il 21 maggio scorso l’adozione del primo stralcio in Consiglio comunale, poi l’apertura dei termini per le osservazioni dei cittadini (che è stata peraltro posticipata) e infine l’approntamento delle controdeduzioni da parte dei tecnici incaricati dal Comune, anche a quelle giunte fuori termine, e l’ok della Giunta.
Il Piano nel suo primo stralcio si è occupato della revisione della disciplina di tutela che il Piano Regolatore Generale (Prg) definisce per gli immobili di interesse storico-architettonico all’esterno del centro storico e diverrà, senza il bisogno di fare una Variante generale, esso stesso un aggiornamento del Prg del 2000. L’assessore Tosi ha poi ricordato in aula come il primo stralcio del Piano abbia verificato l’esistenza nel Prg di oltre 1500 vincoli urbanistici su oltre 5000 edifici esistenti fuori dal centro storico. Si tratta di strutture, anche non segnalate come danneggiate dal sisma perché già in cattive condizioni, e che sono state riclassificate; per 340 di queste, il 22% del totale, il vincolo di tutela posto dalla pianificazione territoriale è stato eliminato (si possono ridurre così ad esempio pianta e volumi dell’edificio ma ricostruire in base ai dettami della tradizione locale e con materiali consoni) mentre per i restanti 1175 è stato confermato (tra questi ci sono anche circa 150 ville padronali ed edifici religiosi). Oltre agli immobili vincolati dalla Soprintendenza (70) ce ne sono ora 78 nella categoria RCA (si tratta ad esempio di immobili con decorazioni esterne di pregio storico/artistico), 172 nella RCB e 855 nella RCC, quest’ultimo un vincolo più ‘debole’ rispetto al Prg del 2000. “Un’innovazione richiesta anche dalle associazioni di categoria e dagli ordini professionali – ha detto Tosi – che può dare risposte alle esigenze del territorio e a favore della ripartenza dopo il sisma. L’amministrazione comunale dà poi la sua piena disponibilità a ragionare su altri strumenti. Nel futuro Psc-Poc-Rue saranno possibili modifiche a questo Piano della Ricostruzione”.
Il geologo Giorgio Gasparini ha poi trattato in aula degli aspetti legati alla conformazione dei terreni citando le frequenze degli stessi in rapporto con quelle degli immobili, i rischi di liquefazione e i cedimenti post-sismici, e illustrando anche le relative mappe del territorio comunale extraurbano: a seguire l’architetto Carla Ferrari, che si è occupata in questi mesi della redazione del Piano, ha presentato le osservazioni giunte dai cittadini (28 in tutto), divise in diverse casistiche, circa la metà parzialmente o totalmente accolte, e le relative controdeduzioni.
Dopo un dibattito che ha visto intervenire diversi consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione il primo stralcio del Piano della Ricostruzione è stato alfine approvato dal Consiglio con il voto favorevole del Pd, il voto contrario di Movimento 5 Stelle, Ncd-Fratelli d’Italia-An, Forza Italia e l’astensione di Carpi Futura. Molti esponenti dell’opposizione si sono detti contrariati per l’impossibilità di visionare nei tempi adeguati i tanti materiali legati a questa importante e complessa delibera (Rostovi di Ncd-FdI-An, Benatti di Forza Italia, Medici e Severi del M5S ad esempio), per il fatto che si siano lasciati ancora troppi vincoli (Rostovi, Benatti), stigmatizzando la discrezionalità e l’opinabilità di alcuni termini utilizzati nel Piano (Medici). E se invece dai banchi della maggioranza i consiglieri Pd Lodi, Boni e Lugli hanno teso a ridefinire i contorni della delibera in discussione sottolineando ad esempio le poche osservazioni arrivate ancora Benatti ha chiesto una sospensiva del voto sul primo stralcio del Piano “per il rischio di annullamento della stessa davanti al Tar per difetto di materiale visti i tempi con i quali questo ci è arrivato”. Il capogruppo del Pd Gelli ha dal canto suo ribadito che “ora abbiamo un Piano della Ricostruzione che può dare indicazioni ai cittadini che vogliono ristrutturare od intervenire sui loro edifici”. “Poco semplice e poco efficace” è stato invece definito da Paolo Pettenati (CF) questo strumento mentre l’assessore Tosi ha voluto infine ricordare come sia stata la Giunta a dare l’ok alla bozza di Piano approntata dai tecnici e il Comitato Unitario per la Ricostruzione regionale ad avallarne la legittimità. “Noi abbiamo dato un indirizzo politico a questo Piano, decidendo dopo il sisma di riclassificare gli edifici preservandone sì l’interesse storico-architettonico ma anche le funzioni d’uso degli stessi, sempre ovviamente – ha concluso – nel rispetto delle normative esistenti”.
Prima del voto finale (che prima ha riguardato le votazioni sulle singole controdeduzioni alle osservazioni arrivate e poi sulla delibera complessiva) è stata posta all’attenzione del Consiglio la richiesta di sospensiva della delibera avanzata da Benatti, che è stata sostenuta solamente da M5S, Ncd-FdI-An e Forza Italia (con l’astensione di CF e il voto contrario del Pd).
L’architetto Ferrari ha poi presentato il secondo stralcio del Piano della Ricostruzione, quello relativo al centro storico. Il 10% degli edifici del cuore della città hanno subito danni gravi per il sisma del 2012 in base alle schede AEDES compilate e pure per quest’area è stata prevista una nuova classificazione dei vincoli come nel primo stralcio, anche verificando la perimetrazione delle UMI (le unità minime di intervento, in base alle quali ci vuole un progetto unitario per ogni intervento edilizio). Sulla base della revisione dei vincoli del Prg (688 quelli esistenti) sono state predisposte schede identificative per ogni edificio e un apposito fascicolo. Su 659 di questi i vincoli sono stati confermati, eliminandone dunque 29. Dopo che il consigliere M5S Severi ha proposto un emendamento ad un articolo del secondo stralcio del Piano, che poi ha accettato di fare diventare la prima osservazione allo stesso una volta che si apriranno i termini, è intervenuto in aula il Sindaco Alberto Bellelli. Il primo cittadino carpigiano ha sottolineato come questo secondo stralcio seguisse la logica del primo, “a sua volta definito da scelte fatte dal Consiglio precedente. Garantiamo l’abbattimento degli oneri di urbanizzazione per chi intende ristrutturare con cambi di destinazioni d’uso e l’accorpamento degli usi stessi per rendere più facili gli interventi dal punto di vista burocratico. Ci stiamo muovendo ma siamo in ritardo, e qui faccio un’autocritica come amministrazione comunale, rispetto alle esigenze manifestate dai cittadini. Come Consiglio – ha detto – dobbiamo dare un segnale il prima possibile. Lasciamo aperta una nuova fase di discussione, e aprendo i termini per le osservazioni al secondo stralcio riapriamo pure quelli relativi al primo”. Dopo gli interventi dei consiglieri Rostovi e Benatti, che hanno ambedue ribadito l’esigenza da un lato di fare presto per dare risposte ai cittadini colpiti dal sisma e ai settori economici che soffrono di più la crisi e dall’altro di garantire tempi adeguati per l’esame da parte dei consiglieri della documentazione del secondo stralcio del Piano, si è andati al voto anche su questa parte dell’importante strumento urbanistico. Il gruppo Pd si è espresso a favore, Fi e Ncd-FdI-An contro, M5S e Carpi Futura si sono astenuti.