“Sulla Tari si sta creando un circolo vizioso che, di fatto, deresponsabilizza tutti e colpisce cittadini e imprese”. Lo afferma Rete Imprese Italia della città di Modena (formata da Lapam Confartigianato, Cna, Confesercenti e Confcommercio) a proposito della nuova tassa sui rifiuti che sta creando complicazioni e disorientamento.
“Il costo del servizio – puntualizza Rete Imprese – viene deciso dalla Atersir, “Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per i servizi idrici e rifiuti”, in cui sono rappresentati i Comuni. La sensazione, però, è che tutto questo risulti semplicemente un alibi, uno schermo che di fatto deresponsabilizza le singole amministrazioni comunali e che anche quest’anno, con criteri incomprensibili, ha fatto sì che il costo del servizio aumenti del 3%. Per le imprese, inoltre, l’aumento è molto più considerevole. Quest’anno, poi, per essere certi di poter incassare le somme necessarie per coprire totalmente i costi, i Comuni hanno introdotto una voce ‘perdita su crediti’, che per la città di Modena vale circa un milione e mezzo, pari ad un altro 3% dell’importo complessivo”.
Confcommercio, Confesercenti, Cna e Lapam della città di Modena, proseguono: “La morale della favola è che questi due passaggi, hanno di fatto comportato un aumento della tassa del 6% a carico di cittadini e imprese, in un momento nel quale la crisi economica farebbe pensare a una diminuzione dei quantitativi di rifiuti prodotti e smaltiti.La rata dei primi sei mesi della Tari è poi calcolata sugli importi che erano stati fissati per la Tares, che già era aumentata del 3,5% per le imprese, cui occorre aggiungere il 10% di Iva che non è più deducibile. In pratica 3,5% + 10% + 6% di aumento 2014… ovvero un incredibile + 19,5% in due anni! Tutto questo incremento di costi sulle aziende a fronte del fatto che i rifiuti non domestici incidono per meno del 35% sul totale. Altro passaggio particolarmente spiacevole è che abbiamo già pagato una prima rata della Tari senza che sia stato approvato il relativo regolamento. Ciò alimenta la confusione su questa materia”. La conclusione di “Rete Imprese” è amara: “Più le sedi delle decisioni si allontanano dal cittadino e dai suoi rappresentanti eletti direttamente, più si rischia che al centro delle scelte ci siano essenzialmente le esigenze economiche e di bilancio dei Gestori del servizio e dei Comuni, piuttosto che l’interesse del contribuente, cittadino o impresa che sia”. Visto il ruolo politico primario dei Comuni, le Associazioni chiedono, dunque, con forza che il confronto sulle decisioni tariffarie sia vero e trasparente. Non sono più accettabili riti formali dove gli interlocutori si presentano agli incontri con le associazioni economiche a decisioni di fatto già assunte.