“Bisogna riformare la nostra Carta costituzionale. Sono tutti d’accordo. Per farlo però serve una proposta semplice ma risolutiva che non si limiti a raggiungere solo ‘il risultato’ come vuole fare Renzi ma che porti ad un ‘buon risultato’ in tempi certi. Il mezzo per ottenere il ‘buon risultato’ è eleggere un’Assemblea costituente per la riscrittura del testo costituzionale.
Un’Assemblea composta di 75 membri, incompatibili con il mandato parlamentare, votata con sistema proporzionale puro. Questa Assemblea dovrà redigere il testo della nuova Costituzione entro 9 mesi e poi, entro i 3 mesi successivi, si terrà un referendum senza quorum. Se il testo otterrà la maggioranza dei voti a quel punto entrerà in vigore.
Una proposta valida per almeno 10 buoni motivi. Il primo motivo è che si avrebbe un risultato certo. Il secondo motivo è che questo risultato si avrebbe in un tempo altrettanto certo ovvero 9 mesi. Il terzo motivo è che il testo uscito dall’Assemblea costituente rappresenterebbe un nuovo patto di tutti gli italiani. Il quarto motivo è che per attivare a questo nuovo patto costituente gli italiani sarebbero coinvolti in prima persona con l’elezione dell’Assemblea. Il quinto motivo è che gli italiani potranno giudicare il testo con il proprio voto al referendum. Il sesto motivo è che le forze politiche rappresentate in Assemblea avrebbero finalmente l’opportunità di discutere di ‘strategia’ e non di ‘tattica’. Una discussione non condizionate dall’attività o dalla durata o dalla composizione del governo o della legislatura. Il settimo motivo è che a risultato raggiunto consentirebbe al Parlamento di varare una legge elettorale che sia coerente con la forma di governo che sarà votata nell’Assemblea costituente. L’ottavo motivo è che si discuterebbe liberamente di tutte le ipotesi di riforma che abbiamo udito in questi anni che vanno dal presidenzialismo, al semipresidenzialismo, al premierato, o di sfiducia costruttiva, federalismo, o di mono o bicameralismo. Il nono motivo è che tali proposte acquisterebbero finalmente la giusta dignità e la dovuta serietà perché dovrebbero essere inserite in un testo organico. Il decimo e ultimo motivo, ma penso che in realtà sia il primo, è che ‘innovare non vuol dire riformare’ come giustamente sottolineava secoli fa Edmund Burke.
Serve quindi una riforma seria e ponderata della nostra Carta costituzionale e non uno slogan acchiappa voti per la prossima tornata elettorale. L’Assemblea costituente sarebbe un vero e proprio inno alla sovranità popolare. In Assemblea saranno scritte quelle regole che tracceranno il nostro prossimo futuro e che daranno un nuovo senso alla nostra identità nazionale. Ecco perché sono così importanti gli strumenti per decidere il nostro destino. Ecco perché bisogna riformare e non innovare”
E’ la proposta lanciata dal Consigliere regionale Andrea Leoni intervenendo nella seduta odierna dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna in merito al dibattito sulle riforme istituzionali alla luce delle proposte del Governo Renzi.