“Due episodi diversi, ma ugualmente inquietanti: la confisca dei beni decisa ed operata dalla DIA di Bologna ad un imprenditore attivo sul territorio modenese da un lato, e il sequestro e le sevizie subite da un altro imprenditore, questa volta nell’area nord della provincia taglieggiato da usurai privi di scrupoli. Episodi che non mancano di suscitare notevole scalpore e preoccupazione tra chi vive e lavora, in città come in provincia”. E’ quanto sostiene Rete Imprese Italia Modena – a cui aderiscono Confesercenti, Ascom-Confcommercio Fam, Lapam-Confartigianato, CNA – in seguito ai recenti fatti di cronaca riconducibili alla criminalità organizzata.
“Il nostro auspicio è che le indagini facciano il proprio corso così da far luce meglio su questi fatti di gravità assoluta. Non possiamo però sottrarci da una considerazione che abbiamo più volte ripetuto in questi anni – evidenzia Rete Imprese – e cioè che il territorio modenese risulta infiltrato dalla criminalità organizzata che qui evidentemente fa affari e prospera. E ciò purtroppo, come richiamava giorni fa una relazione della Direzione Nazionale Antimafia, accade nella grave sottovalutazione del mondo delle istituzioni e della politica nel suo insieme”.
“Questa è la ragione, soprattutto in relazione alle prossime scadenze elettorali, che ci spinge a sottolineare come il tema della sicurezza dei cittadini, del rispetto della legalità, della lotta alla criminalità organizzata debba rientrare tra le assolute priorità nelle agende programmatiche dei delle future Amministrazioni comunali”.
“Non ci attendiamo tuttavia mere prese di posizioni formali ma un impegno serio ed una sollecitazione nei confronti dello Stato affinché il nostro territorio sia dotato di uomini – a quelli già operativi va il nostro apprezzamento e sostegno per lo sforzo profuso quotidianamente – e mezzi adeguati, soprattutto di intelligence investigativa – specie con riguardo all’ambito economico – perché sia possibile individuare con più efficacia il livello di penetrazione mafiosa e quindi prevenire e reprimere il fenomeno. Così come riteniamo indispensabile un rafforzamento della procura modenese soprattutto in termini di magistrati specializzati nella lotta al crimine organizzato. Un ufficio a Modena decentrato della DIA di Bologna, progetto che purtroppo non ha trovato realizzazione, visto quanto accade sarebbe stato indispensabile”, conclude Rete.