Al termine della seduta del Consiglio dell’Unione delle Terre d’Argine di ieri, mercoledì 22 gennaio, è stato votato all’unanimità un ordine del giorno presentato da Daniela Depietri (Pd) e sottoscritto da tutti i gruppi presenti in aula e che si concludeva con la richiesta di tenere entro la prima quindicina di marzo una seduta tematica dello stesso, relativo alla situazione del fiume Secchia, alla luce di quanto avvenuto nei giorni scorsi. “Il Presidente del Consiglio e la Giunta dell’ente associato devono farsi parte attiva – si legge nel dispositivo del documento – affinché vengano presto mobilitati tutti i soggetti preposti, ma soprattutto Aipo, per un urgente controllo degli argini su tutto il territorio della provincia e la sistemazione degli stessi e dei letti dei fiumi ove se ne ravvisasse la necessità, prevedendo anche l’ampliamento delle casse di espansione e dei bacini di raccolta, la pulizia e il monitoraggio di eventuali fontanazzi”.
Il Consiglio si era aperto ieri sera con un minuto di silenzio a ricordo delle vittime dell’alluvione, con la lettura di un’interrogazione sull’impianto delle Mondine presentata dal capogruppo della Lega nord Argio Alboresi e di una interpellanza a firma Roberto Benatti (PdL, poi controfirmata anche dai capogruppo di Rilanciamo Soliera nelle tda, Lega nord e Uniti per Novi, Rovereto e S.Antonio) che domandava al Presidente dell’Unione Schena una relazione su soccorsi, cause e danni del disastro, oltre che sulle intenzioni post-emergenza dei comuni interessati.
Schena ha preso la parola per dire ad Alboresi che il tema da lui posto era fuorviante, visto che l’impianto di sollevamento delle Mondine non serve a mitigare gli effetti della piena, mentre a Benatti ha replicato che le domande da lui poste avrebbero potuto trovare una risposta tra qualche tempo. “Nelle Terre d’Argine – ha proseguito – non abbiamo avuto danni, né abbiamo dovuto gestire punti di crisi, per una piena che ha toccato livelli più bassi ad esempio di quella del 2009. Abbiamo dato collaborazione ai comuni alluvionati, ospitando tra Carpi e Soliera 70 sfollati più 50 militari in Centri di accoglienza, mettendo a disposizione la Polizia municipale per la viabilità sulla Carpi-Ravarino. Sulle cause dell’evento non abbiamo strumenti e cognizioni adeguate. Ricordo però che nel 2010 gli 11 Comuni sull’asta del Secchia avevano fatto azioni per sollecitare Aipo, con il quale abbiamo avuto relazioni molto complicate, e per chiedere conto degli interventi mancati o unilaterali. Abbiamo in un incontro dato la nostra disponibilità a occuparci come enti locali della gestione e manutenzione ordinaria degli argini. Abbiamo redatto mappe e relazioni dettagliati sullo stato delle arginature, inviandole ad Aipo sempre nel 2011 e chiesto poi al Prefetto di convocare un Tavolo da cui emergesse un crono-programma dei lavori da fare, ma l’Agenzia non si è fatta vedere. E’un dato oggettivo: non siamo riusciti ad intavolare relazioni proficue con Aipo sulla sicurezza degli argini. Dire come è stato fatto che gli sfalci sono stati fatti il 3 dicembre è un’ammissione di colpa perché vanno fatti in altri momenti. Tre sono le cose da fare: ripristinare la capacità delle Casse di espansione di Campogalliano, che chiediamo da dieci anni; dragare il letto del fiume, non si fa da vent’anni; consolidare gli argini assieme a Regione, Provincia ed Aipo e quest’ultimo è l’intervento principale. Faremo ogni cosa che possiamo in ogni sede ma la priorità è riportare ora i cittadini a casa e riaprire le aziende. E’attivato un Tavolo tecnico sulle responsabilità e le cause, abbiamo verificato la presenza di alcuni fontanazzi e li abbiamo segnalati. Vi aggiorneremo e condivideremo le scelte future”.
Ha aperto il dibattito il consigliere Andrea Ferraresi (Uniti per Novi, Rovereto e S.Antonio) proponendo di domandare all’A22 di permettere di percorrere senza pedaggio l’autostrada tra Carpi e Modena per facilitare la viabilità nella zona. Daniela Depietri (Pd) ha poi spiegato che non c’è la percezione della gravità del disastro fuori dal nostro territorio, che tutti devono fare la loro parte per risolvere la situazione e che ci vorranno almeno 90 milioni di euro per sistemare gli argini da qui al Po. E se il consigliere Giuseppe Melchionda (PdL) ha raccontato in aula la sua esperienza da volontario sugli argini la collega Francesca Cocozza (Pd) ha voluto esprimere la sua solidarietà agli sfollati, chiedendosi quanto costerà a famiglie ed aziende questa calamità. “La prevenzione costa meno della cura, ci vuole rispetto dell’ambiente, tutela del territorio. Spero qualcuno risponderà per quanto è successo e che si tenga conto anche dal punto di vista della prossima tassazione dell’accaduto”. Argio Alboresi (Lega nord) ha rammentato che il nostro territorio era un tempo paludoso, ha ribadito che l’impianto delle Mondine, anni Trenta, deve comunque funzionare anche in questi casi, e ha concluso chiedendo che i Sindaci facciano di più. “Siamo vulnerabili, facciamo tesoro di queste esperienze”.
Giovanna Zironi (Rilanciamo Soliera nelle Terre d’Argine) ha dal canto suo ricordato “che due anni fa avreste dato la colpa al Governo di quanto successo e ora non vi assumete la responsabilità e la date alle nutrie. A gennaio 2012 l’amministrazione comunale di Soliera si rifiutò di firmare un esposto alla Procura sul dissesto idrogeologico e che chiedeva proprio di fare luce su chi dovesse fare manutenzione agli argini. Pratica insabbiata, nessuno ha dato risposte, anni di rimpalli: è una casualità che non sia successo niente oggi sul nostro territorio”. Roberto Benatti (PdL) ha sottolineato il risalto mediatico “pari allo zero” che l’alluvione sta avendo a livello nazionale e che il disastro “serve ai politici che vogliono farsi belli, più che una manutenzione programmata, che non porta voti. I soldi per gli argini Aipo li usò per la pista ciclabile a Sozzigalli. Che dobbiamo fare? Fregarcene dell’Agenzia e fare noi i lavori, riprendere in mano le cose che ci appartengono. Vanno praticate soluzioni estreme, usando i nostri bilanci futuri. E’illegale? Più illegale e immorale è lasciare i cittadini nel pericolo. Nessuno verrà mai a dirci – ha concluso – che abbiamo speso”. Maria Grazia Lugli (Pd) ha spiegato che il problema è complesso e non è il momento di dare colpe, “al di là degli schieramenti politici, altrimenti dovrei ricordare che il Presidente di Aipo è della Lega nord…Fare interventi spot non è la soluzione, ci vuole un progetto comune, troviamo insieme modi per incidere sui problemi il più possibile”.
Dopo alcuni interventi anche nel merito dell’ordine del giorno votato poi in conclusione di seduta (dei consiglieri Fabbri, Alboresi, Benatti) il Presidente Schena ha controreplicato ribadendo che la strada Panaria Bassa avrebbe aperto a breve, mentre per la statale del Canaletto la previsione era che sarebbe rimasta chiusa almeno per altre otto settimane. “L’impianto delle Mondine funziona con 5 idrovore su sei e funziona anche quello di S.Siro – ha replicato ad Alboresi – ma ribadisco che non sono utili in questa fase di emergenza. Dobbiamo tenere sempre a mente che c’è sempre un livello istituzionale, ma i singoli comuni non possono agire su Aipo che è a livello sovraregionale…I soldi per l’emergenza alluvione del 2009 dopo 40 giorni il Governo li stornò su Prato. Bene l’idea di un Consiglio tematico ma se questo diventa l’anticamera della campagna elettorale a mio parere non serve”.
L’ordine del giorno è stato al termine della seduta approvato all’unanimità.