Raffaella-Ansaloni-InsiemeXCambiareHo avuto modo di leggere un articolo di cui si è parlato nei giorni scorsi, sui costi di editoria del comune di Modena, fa notare quanti soldi vengano spesi e sprecati nella stampa di pubblicazioni, e quanto la necessità di stampare non esista più, nell’era del digitale e telematica. Essendo nel settore dell’editoria da quasi vent’anni, e premesso che lavoro tantissimo con il web e il digitale, trovo questa dichiarazione non del tutto corretta….”Smettere di stampare perché si è imparato a comunicare sul web, sarebbe come smettere di parlare perché si è imparato a scrivere”.

Ma soprattutto ci sono ancora tantissime persone, che amano ancora la carta stampata, e non sanno da che parte cominciare con il web, vorrebbe dire tagliare fuori dalla cultura e dalla comunicazione una fetta di cittadini ancora troppo alta.

Vorrei soffermare l’attenzione piuttosto su di un’altra questione: anch’io mi chiedo in che modo il comune seleziona le aziende a cui affida i lavori di stamperia.

E’ certo che le aziende esterne alle quali sono state affidate la maggior parte dei lavori, SONO TUTTE FUORI PROVINCIA, E DI CERTO NON LE PIU’ ECONOMICHE.

Mi domando perché il comune non utilizzi aziende all’interno della provincia, che con prezzi molto più bassi, sono in grado di realizzare lavori di pari qualità, facendo circolare denaro e dando lavoro ai propri cittadini, con beneficio sia delle aziende che dei dipendenti.

Ho avuto modo di conoscere inoltre il costo del giornale del comune di Modena, allo scopo di divulgare iniziative e progetti comunali, centinaia di migliaia di euro, una spesa spropositata considerando il momento critico che stanno passando imprese e famiglie, distribuito porta a porta, soldi che potrebbero essere immessi in aziende modenesi, con molto meno spreco:

Stampare una grande quantità di copie per poter entrare nelle cassette delle lettere di tutti i cittadini è il sistema che può andare bene per le grandi catene di distribuzione, in quanto, ad ogni domicilio c’è una persona che va a fare la spesa, ma non altrettante persone che sono interessate agli eventi e alle iniziative del comune.

La maggior parte di queste copie vengono buttate direttamente nell’immondizia. Questa che abbiamo nella cassetta della posta si chiama “Spam”, la stessa parola usata per la posta indesiderata quando ci si riferisce alle mail. Con la differenza che le mail sono senza spesa, mentre ogni copia cartacea al comune costa.

Per cui come strumento di informazione per i modenesi, è un grosso spreco di denaro dei cittadini stessi, sparare nel mucchio per colpire solo pochi, non c’è bisogno al giorno d’oggi, in quanto oltre ad internet che si può usare quando qualcuno va a cercare quello che gli serve, si possono utilizzare i media cartacei che la gente prende (alcuni anche gratis) solo se è interessata.

Ce ne sono tanti editi a Modena, se lo stesso budget venisse impiegato per pubblicità su questi giornali, alla fine si otterrebbe una tiratura maggiore ed un risultato promozionale ancora più grande, MA AIUTANDO LE AZIENDE E I CITTADINI MODENESI.

In conclusione, penso che sia giusto avere meno spreco nella spesa editoriale, come fa notare l’articolo, ma anche che il solo utilizzo del web non sia la soluzione, mentre trovo che sia possibilissimo avere un taglio di spesa sostanziale, utilizzando i soldi pubblici in maniera intelligente e costruttiva con le aziende modenesi.

(Raffaella Ansaloni, Movimento Insieme per Cambiare)