Una partecipazione straordinaria, anzi da record. Il convegno dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (Ungdcec) di Modena, ha riscosso un successo davvero clamoroso con partecipanti da ogni angolo del Paese. “Questo è un successo dell’Unione e dell’ordine di Modena, ma direi di tutta la città che ha risposto con generosità – spiega Deborah Righetti, presidente della sezione modenese dell’Unione – e poi devo dire che per l’alto livello dei relatori e dei temi trattati è stato difficile scegliere tra la sessione principale e i tanti workshop tematici. Siamo andati oltre ogni più rosea aspettativa – prosegue Righetti – speriamo che questo rappresenti un punto di partenza per coinvolgere sempre di più in un confronto aperto tutti gli operatori economici del settore. Il futuro ci chiede una figura di commercialista più aziendalista e al passo coi tempi, in una parola più moderna”.

Sul temi trattati la parola alla presidente nazionale, Eleonora Di Vona: “Occorre favorire la continuità aziendale e andare contro gli abusi del concordato in continuità. Ma per questo occorre un vero e proprio cambio culturale. In questo senso i commercialisti, e in modo particolare i giovani professionisti, hanno un ruolo fondamentale da giocare. Come ha dimostrato questo appuntamento, ricchissimo di spunti e di interventi qualificati. Lasciatemi ringraziare l’Unione di Modena, che ha organizzato in modo perfetto questa assise così impegnativa e importante”.

Tra gli altri il procuratore di Modena, Vito Zincani, i professori Bonfatti, Calandra Bonaura, il Presidente del Tribunale di Modena Zanichelli, il giudice delegato sezione fallimentare Mirabelli.

Da sottolineare la sessione sul credito. Il confronto sul tema “Il ruolo degli istituti di credito tra nuova finanza e recupero crediti” ha visto relatori del calibro di Alberto Bombassei, noto industriale prestato alla politica (attualmente rappresenta il gruppo Scelta Civica nella commissione Attività produttive della Camera), che ha affermato: “Da imprenditore non posso non sottolineare che le imprese, specialmente le migliaia di pmi che in Italia sono largamente maggioritarie, hanno sofferto e stanno soffrendo più per la mancanza di credito che per la mancanza di lavoro. L’entità e la durata della crisi impongono un cambio di mentalità e di passo a tutti i soggetti che operano nel panorama economico e finanziario: imprenditori, professionisti, banche e politici devono compiere uno sforzo comune per adeguarsi alle mutate condizioni del mercato globalizzato. Non possiamo sperare di sconfiggere una nuova malattia con vecchie medicine”. Le difficoltà del sistema creditizio italiano sono state ben sintetizzate da Giovanni Staiano, responsabile del settore affari legali dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana): “Le sofferenze sui crediti delle banche italiane ammontano ad oltre 250 miliardi di euro. Dal 2010 stiamo assistendo ad una crescita record di protesti e fallimenti, con oltre 104mila aziende che hanno chiuso nel 2012. In questo contesto lo strumento del concordato in continuità rappresenta un’opportunità di sopravvivenza per le aziende, ma anche un forte elemento di criticità per le banche e per i creditori dal momento che quest’ultimi nel 56% dei casi riescono ad ottenere meno del 10% di quanto loro dovuto”.

La chiusura con l’onorevole Enrico Zanetti, vice presidente del sindacato: “I politici devono essere servitori dello Stato, non persone attente solo a evitare problemi. Oggi i burocrati e i tecnici dei ministeri fannoda veri ‘legislatori occulti’: è la politica che deve riprendere in mano, con capacità tecnica, il proprio dovere. Non vuol dire togliere di mezzo burocrati e tecnici, ma ognuno deve fare suo mestiere”.