Quasi otto mila tonnellate di macerie contenti amianto sono state rimosse finora a seguito dei danni provocati dal sisma nel territorio modenese. Gli interventi sono stati eseguiti sulla base di quasi 800 tra piani di rimozione e notifiche (in caso di modeste quantità) presentati al Dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Modena. Dai dati dell’Ausl emerge, inoltre, che i piani di rimozione hanno riguardato 237 edifici civili, 299 industriali, 23 edifici pubblici, 22 impianti di servizio e quasi 200 notifiche in 14 comuni. Complessivamente i cantieri ispezionati sono stati finora 114.
Il tema della rimozione dell’amianto nelle aree del sisma è stato discusso nei giorni scorsi in Consiglio provinciale con la risposta di Emilio Sabattini, presidente della Provincia di Modena, a una interpellanza presentata da Denis Zavatti (Lega nord) per chiedere informazioni sulla situazione dei controlli nei cantieri e relative bonifiche tenendo conto «dei costi elevati per la rimozione. Per favorire un corretto smaltimento – ha sollecitato Zavatti – occorre un intervento da parte degli enti pubblici proprio per abbattere questi costi».
Sabattini, dopo aver sottolineato la complessità del problema, ha ripercorso l’impegno degli enti pubblici, in particolare del Dipartimento di Sanità pubblica che riceve i piani di rimozione, valutandoli entro le 24 ore come previsto dal decreto legge 74 del 2012 (relativo agli interventi urgenti sul sisma), e le notifiche per i materiali da rimuovere predisposti dalle imprese autorizzate a svolgere questa attività.
«Il Dipartimento – ha precisato Sabattini – è intervenuto in tutte le situazioni in cui sono stati rinvenuti materiali da costruzione o macerie contaminati da frammenti di cemento amianto, spesso in risposta alle segnalazioni dei cittadini. Ma non solo: dopo la scoperta di tracce di eternit nei sottofondi edilizi realizzati in opere di ricostruzione, l’Ausl e l’Arpa hanno intrapreso un programma di controlli mirati su aree pubbliche finalizzati alla bonifica dei siti».
Per quanto riguarda i costi, ha concluso Sabattini, attualmente l’amianto viene principalmente trasportato in Germania per lo smaltimento e l’obiettivo della riduzione di tali costi a carico dei privati, oltre al ruolo del pubblico, devono essere oggetto di una riflessione più approfondita vista la complessità del tema.