Nel pieno del dibattito in corso, non solo nella nostra Regione, per limitare i fenomeni del gioco d’azzardo e che, probabilmente, a breve porterà ad una legge che si occupi degli aspetti socio-sanitari, urbanistici e legati alla pubblicità, interviene, con un’interpellanza, il Consigliere Andrea Pollastri (PdL) avanzando una proposta: “Chiedo alla Giunta di essere promotrice in prima persona sin da subito di un protocollo etico tra i proprietari di locali pubblici che rinunciano alle “macchinette”, dandone promozione con tutti i mezzi a propria disposizione”.
“Ad oggi – spiega l’azzurro – ci troviamo di fronte ad un panorama legislativo nazionale che favorisce la diffusione dei giochi di abilità a distanza (le c.d. macchinette): sin dal 2006 il “Decreto Bersani” ne ha consentito l’istallazione presso i pubblici esercizi.”
“Certamente – prosegue – la diffusione di questi apparecchi ingenera forti introiti sia per i concessionari che per i pubblici esercizi dove vengono collocati, grazie al maggior afflusso di persone ed alla percentuale sugli incassi. Ai benefici in termini commerciali si sono, però, uniti quelli di carattere sociale per la crescente diffusione di fenomeni di gioco compulsivo che hanno messo sul lastrico intere famiglie, e i conseguenti costi sociali sopportati dal Servizio Sociosanitario Regionale e dai Servizi Sociali comunali per offrire supporto e assistenza ai soggetti interessati ed ai loro famigliari.”
“Secondo i dati ufficiali forniti dall’Agenzia Autonoma dei Monopoli di Stato relativi al 2011 – afferma ancora – l’Emilia-Romagna, con 6.339.560.000 mila euro giocati, è la quarta Regione italiana in valore assoluto (7,6% sul totale nazionale) ma anche come spesa pro capite (1.709 euro): il problema è quindi serio anche da noi.”
“Siamo consapevoli – dice Pollastri – che mancando una norma limitativa a carattere nazionale e visti gli interessi che vi sono, che la soluzione più efficace è quella di puntare sulla coscienza e la sensibilità dei titolari dei locali di somministrazione di alimenti e bevande affinchè decidano per l’autolimitazione, anche se ciò comporta una notevole perdita di incassi.”
Diversi casi hanno trovato eco sulla stampa in quest’ultimo periodo: è, ad esempio, il caso, di Emilio Marinucci, titolare di un bar a Teramo che ha deciso di togliere definitivamente le macchinette del videopoker che hanno invaso il suo bar e che portavano un guadagno di circa 2500 euro al mese, poiché, come ha dichiarato, “Non ce la faceva più a vedere questa gente rovinarsi. Gente che stava attaccata ore e ore a mangiarsi migliaia e migliaia di euro per poi uscire dal bar con i nervi a pezzi, distrutta, e diceva ‘Mi presti qualche soldo, non ho più nulla’”.
Casi come questo ve ne sono sempre più in tutte le Province, anche a Piacenza.
“Invito l’Assessorato Regionale – chiosa il Consigliere – ad avere un ruolo attivo a riguardo, facendosi promotore di iniziative di autolimitazione attraverso il coinvolgimento di Associazioni, Enti Locali e Istituzioni Socio-sanitarie. È vero che nel Progetto di legge in discussione vi è la proposta di un marchio “Slot-freE-R”, però è necessaria un’iniziativa mediaticamente più incisiva e soprattutto rapida, vista l’urgenza del problema, che non può attendere i tempi della burocrazia.”