Gianfranco-Marchesi“Il cibo e l’arte appagano i sensi, generano emozioni, richiamano ricordi e inducono la mente a vivere un’esperienza sensoriale completa che contribuisce a sviluppare le basi psicologiche dell’identità e della personalità dell’individuo”.

L’affascinante parallelismo emozionale tra alimentazione e arte è stato al centro della conferenza dal titolo “Il cibo e la tavola tra arte, psicologia e neuroscienze”, organizzata dal Rotary Club Reggio Emilia, in collaborazione con i Rotary Club Terra di Matilde e Val di Secchia, nella splendida Chiesa di San Filippo Neri in città.

Il professor Gianfranco Marchesi – noto esperto di neuroestetica, medico specialista in neurologia, psichiatria e fisiatria ortopedica, dirigente dell’Unità Operativa Area Nord Ausl di Reggio Emilia presso l’Ospedale di Guastalla dove si occupa della diagnosi e cura delle malattie neurode¬generative centrali e periferiche – ha spiegato ad un folto e attento pubblico i processi complessi del cervello e dell’ipotalamo, che assolve la funzione fondamentale di regolatore in grado di controllare emozioni, stati d’animo e umore, ai quali l’arte e l’alimentazione rimandano continuamente stimoli similari.

“Un linguaggio comune – ha precisato Marchesi – che passa attraverso i cinque sensi principali, preziosi strumenti di conoscenza soggettiva e multisensoriale influenzati dall’educazione, dal contesto ambientale e dai tratti caratteristici della personalità”.

La relazione del professor Marchesi è proseguita con la dettagliata spiegazione del meccanismo che stimola il cervello dell’artista al momento della creazione dell’opera d’arte equiparabile, secondo il professor Marchesi, alla creazione “artistica” dello chef nei cui piatti troviamo “materie prime, tecnica, densità, consistenza, colore, grafica, equi¬librio e creatività regalandoci, alla fine, un’opera in grado di farci vivere una vera e propria esperienza sensoriale che appaga la vista, l’olfatto, il tatto e il gusto”.

La conferenza del professor Marchesi si è conclusa con un viaggio visivo nell’iconografia di alcuni grandi ca¬polavori della storia dell’arte in cui il cibo ritratto assume significati simbolici in grado di stimolare la connessione tra gli emisferi del cervello, sinistro (analitico) e destro (creativo), alla ricerca costante del possibile equilibrio tra intelligenza emotiva e cognitiva. “Perché – ha concluso Marchesi – vivere le emozioni ci aiuta a ragionare meglio”.