Nei primi due mesi del 2013 si sono registrati dei buoni risultati nella provincia di Modena per quanto riguarda il numero complessivo di giornate in cui sono stati superati i limiti di concentrazione di PM10 nell’aria. Il dato, rilevato dalle stazioni della rete di monitoraggio regionale della qualità dell’aria, colloca la provincia modenese al settimo posto in Regione e mostra un riduzione significativa del numero di superamenti dello standard rispetto allo stesso periodo del 2012: 26 giornate rispetto alle 50 registrate l’anno scorso. Includendo nell’analisi gli ultimi tre mesi del 2012, il trend resta positivo: da ottobre 2012 a febbraio 2013 i giorni di superamento nella provincia modenese sono stati 65, dato nettamente in calo rispetto a quello relativo al periodo ottobre 2011-febbraio 2012, quando i superamenti registrati furono ben 117.

LO SVILUPPO DEL PRIMO PIANO REGIONALE PER LA QUALITÀ DELL’ARIA

“I segnali sull’efficacia delle azioni messe in campo dalla Regione assieme agli enti locali con l’accordo di programma firmato a luglio sono stati fra gli argomenti analizzati nell’incontro di mercoledì a Bologna tra la Regione e gli Enti sottoscrittori dell’Accordo di programma sulla qualità dell’aria 2012-2015 (coinvolte tutte le Province e i Comuni oltre i 50mila abitanti), che ha dato il via al percorso che porterà alla nascita del primo Piano regionale per la qualità dell’aria.

Il documento individuerà le azioni da realizzare in sei focus tematici riguardanti le città, la pianificazione e l’uso del territorio, i trasporti, l’energia, l’agricoltura e le attività produttive, a partire dalle misure già adottate nell’Accordo di programma per la qualità dell’aria.

Ad avere un ruolo centrale nel Piano saranno soprattutto le città: «Il nostro obiettivo – dichiara l’assessore regionale all’Ambiente e alla Riqualificazione urbana Sabrina Freda – è realizzare un Piano efficace e circostanziato, che abbia come modello le migliori pratiche europee e mondiali. Il cuore del nuovo accordo dovranno essere le città, che sono i luoghi dove si sviluppano le dinamiche di impatto più complesse, con una forte concentrazione di sorgenti emissive, e che vedono un alto numero di persone esposte agli effetti negativi di una cattiva qualità dell’aria. Per poter ripensare le nostre città occorre partire da una pianificazione sostenibile e dimensionata sui reali bisogni, attenta alla mobilità e che eviti il consumo di suolo e la dispersione insediativa. Vogliamo coinvolgere nel confronto che ci porterà alla costruzione del primo piano regionale per la qualità dell’aria non solo gli amministratori, ma tutti i cittadini. L’invito è esteso anche alle aziende che mettono in pratica politiche di sostenibilità e a quelle che vogliono applicarle per conferire al proprio marchio una matrice ecologica. Sarebbe un’ottima occasione per favorire dinamiche di mercato positive, superando la contrapposizione tra economia e ambiente che non ha nei fatti più alcuna consistenza».