Nessuna applicazione delle norme presenti nel Decreto Sviluppo che, con gli emendamenti all’art. 36, commi 7-ter e quater, consentono di spandere nel terreno 340 kg di composti azotati per ettaro, equiparando per un anno le zone vulnerabili ai nitrati a quelle non vulnerabili, con rischio di gravi ripercussioni sulla qualità delle acque e sulla salute delle persone. A stabilirlo è stata la Giunta regionale con una delibera, su proposta fortemente voluta dall’Assessore all’Ambiente e alla Riqualificazione urbana Sabrina Freda. Quanto contenuto nel Decreto Sviluppo è infatti in contrasto con la direttiva comunitaria 91/676, che stabilisce limiti ben precisi all’immissione di composti azotati nelle acque: 170 kg annui per ettaro.
«Con la delibera di Giunta – dichiara Freda – non applicheremo le previsioni del Decreto Sviluppo e i suoi emendamenti “all’italiana” che si pongono chiaramente in violazione con la normativa comunitaria. Così facendo, la Regione Emilia Romagna evita di essere coinvolta nell’apertura di una procedura di infrazione, secondo quanto già anticipato dal Commissario europeo per l’ambiente Janez Potočnik ai Ministri italiani Corrado Clini e Mario Catania. La procedura porterebbe inoltre alla decurtazione per le aziende emiliano romagnole dei fondi legati alla Politica Agricola Comunitaria.
Vogliamo quindi richiedere al Governo italiano di applicare ogni azione tesa alla corretta e omogenea attuazione della direttiva comunitaria 91/676, mettendo in atto misure che interessino tutto il territorio nazionale e tali da garantire la tutela delle acque anche nel rispetto della direttiva 2000/60/CE.
La nostra posizione è corretta, dato che ci muoviamo nel rispetto di quanto indicato dalla direttiva europea: la Regione Emilia Romagna non modificherà il perimetro delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola, mantenendo quelle designate nel Piano di Tutela delle Acque».