Primo_LeviLe voci: quelle degli attori del “Ratto d’Europa” Michele Dell’Utri e Simone Tangolo, quelle dei cantanti dell’orchestra e quelle di un coro multilingue di cento lettori. La musica, suonata dalla “Maxmaber Orkestar”, e proiezioni di immagini. Tutto intrecciato in un’azione scenica in cui suoni, figure e parole dialogano costantemente. Sono gli ingredienti di “La nostra lingua manca di parole. Voci per un’Europa in cerca di memorie” in scena al Teatro Storchi alle 21 di domenica 27 gennaio, Giorno della Memoria, a ingresso gratuito.

L’appuntamento – organizzato e promosso da Comune di Modena, Fondazione Villa Emma ed Emilia Romagna Teatro Fondazione – prende spunto dalla presentazione, in programma nella stessa serata, del dvd “La nostra lingua manca di parole. ‘Se questo è un uomo’ di Primo Levi letto in italiano, arabo, francese, inglese, polacco, ungherese, russo, tedesco, ebraico e sloveno” che testimonia l’appuntamento modenese del Giorno della Memoria 2011.

“In una società che è sempre più sdraiata sul presente e non trova nella storia quelle radici che permettono di immaginare il futuro, ogni iniziativa dedicata alla memoria è fondamentale – afferma Roberto Alperoli, – Mai come oggi poi, siamo immersi in un linguaggio ‘confezionato’, artificioso, con frasi fatte ormai incapaci di parlare veramente. A maggior ragione è importante una riflessione sul potere e l’importanza delle parole come ci viene proposto da questa azione teatrale”.

“Il nucleo è costituito da alcuni testi dello scrittore torinese – spiegano Claudio Longhi, il regista, e Fausto Ciuffi, direttore della Fondazione Villa Emma -, in cui si riflette sull’importanza della ‘parola’ e della ‘comunicazione’, del ‘capire’ e del ‘farsi capire’. Questi elementi, fondamentali in ogni tipo di relazione umana e all’interno di ogni comunità, nello spazio violento del campo di concentramento venivano volutamente contrastati per accrescere il disorientamento e la disperazione dei prigionieri. La dinamica che lega o mette in contrasto la lingua e le lingue può dunque concretamente migliorare le nostre condizioni esistenziali, oppure, in situazioni estreme, farci soccombere”.

Nella rappresentazione si alternano, momenti di comunicazione affidati ad attori professionisti, e momenti di “caos” voluto, nei quali il coro multilingue formato da un centinaio di lettori porta in scena la violenza babelica della non-comprensione e dello spaesamento. “Dietro questo evidente contrasto, affidato ovviamente alla finzione teatrale – proseguono Ciuffi e Longhi -, risiede per noi il senso profondo della serata, che vuole evocare, visto che questo ricordiamo, la presenza ad Auschwitz delle tante lingue d’Europa parlate dai prigionieri, costretti però ad assumere i vocaboli essenziali della lingua del comando: quella che regolava le azioni del campo. Ed era fondamentale (come lo è stato per Levi) potersi orientare in quel labirinto di suoni apparentemente senza senso, per capire cosa intimavano gli aguzzini, come mettersi in fila per l’appello, come indirizzarsi alla distribuzione della zuppa: capire una ‘lingua altra’ poteva significare salvarsi”.

L’appuntamento teatrale del 27 gennaio Giorno della Memoria è stato pensato all’interno del più ampio progetto “Il ratto d’Europa”, sviluppato a Modena da ERT e a Roma da Associazione Teatro di Roma: obiettivo del percorso attraverso le sue molteplici tappe è, fra gli altri, proprio quello di riflettere sulle identità plurali, a partire da quelle europee.

In apertura di serata verrà letto un testo di Arrigo Levi scritto per l’occasione. I componenti della “Maxmaber Orkestar” sono: Eleonora Lana, voce; Max Jurcev, fisarmonica e voce, Alberto Guzzi, sax contralto e soprano e voce; Matteo Zecchini, chitarra acustica ed elettrica; Fabio Bandiera, chitarra basso, e Luca Carboni, batteria.

“Anche il progetto di quest’anno vuole ribadire un’intenzione e collocarla al centro di una ricorrenza importante nel calendario civile: contrastare la violenza che accompagna ogni potere fondato su ‘parole poco chiare’ o sul ‘non rispetto’ della lingua e dell’identità di un altro”, concludono Ciuffi e Longhi, auspicando che i partecipanti “si ritrovino attorno a un libro fondamentale per una lettura capace di superare il caos e di disperdere, anche per un attimo, la nebbia”.

Per informazioni si può telefonare all’Ert (tel. 059 2136011), o consultare i siti internet www.emiliaromagnateatro.com, www.fondazionevillaemma.org oppure via e-mail a ilrattodeuropa@emiliaromagnateatro.com.

IL CALENDARIO DELLE INIZIATIVE

Dal 22 al 31 gennaio mostre, film, teatro, danza e appuntamenti “per non dimenticare”

Mostre, azioni teatrali e performance di danza, proiezioni di film e documentari, presentazioni di libri e conferenze, concerti e momenti di preghiera. Sono molteplici le iniziative per non dimenticare gli orrori del genocidio nazista promosse da Comune e Provincia di Modena con il Comitato permanente per la memoria e le celebrazioni.

Il programma degli appuntamenti, intorno al Giorno della Memoria fissato il 27 gennaio (data dell’apertura dei cancelli di Auschwitz), va dal 22 al 31 gennaio. All’ideazione e alla realizzazione delle iniziative contribuiscono: Amici della musica, Circoscrizione 3, Comunità Ebraica di Modena e Reggio, Ert fondazione – Il ratto d’Europa, Fondazione ex Campo Fossoli, Fondazione Teatro Comunale, Fondazione Villa Emma, Istituto Storico, Liceo Sigonio, Memo – Multicentro Educativo, Anmig (associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra).

Martedì 22 gennaio alle 17 al Memo di via Jacopo Barozzi 172, dove si inaugura la mostra “Perchè non accada mai più: ricordiamo”, sui fatti che anticiparono lo sterminio, come l’ “Aktion T4”, programma nazista di eutanasia delle persone affette da disabilità.

Saranno presenti Adriana Querzè, assessore comunale all’Istruzione, Virginia Reggi, curatrice della mostra, e Massimo Bergonzini, presidente di Anffas Modena.

Mercoledì 23 gennaio si prosegue alle 18 alla Palazzina Pucci di strada Canaletto con un incontro conferenza di Vladimir Luxuria, introdotto dal presidente di Arci Gay Modena Alberto Bignardi, sul tema dell’omofobia ieri e oggi. Si parte dalla presentazione del romanzo di Luxuria “Eldorado” che rimanda al nome dello storico locale omosessuale berlinese, chiuso dai nazisti nel 1933, preludio allo sterminio dei gay in carceri, ospedali e campi di concentramento

Venerdì 25 gennaio alle 17 si inaugura un’altra mostra, visitabile fino al 9 febbraio nella sala dei Passi perduti di Palazzo Comunale in piazza Grande. Si tratta di “Due difficili anni di scuola: 1938-1940”, sulla situazione della scuola nei due anni precedenti l’entrata in guerra dell’Italia, tra controllo su insegnanti e libri di testo, fascistizzazione progressiva della vita e dei programmi scolastici, preparazione bellica. Sempre venerdì 25, alle 21.30, la “Tenda di viale Monte Kosica propone il film “Ogni cosa è illuminata” di Liev Schreiber.

Sabato 26 gennaio sono quattro gli appuntamenti in programma. Alle 17 alla Biblioteca Rotonda, la Circoscrizione 3 propone la lettura scenica di Mariano Dammacco: “Il suo corpo trasparente”, liberamente ispirato a “Il dolore” di Marguerite Duras. Alla stessa ora, ma alla biblioteca Selmi di Vignola in via S. Francesco, Giuliano Albarani dell’Istituto storico di Modena introduce alla visione del filmato “A noi fu dato in sorte questo tempo”, sulle vicende di un gruppo di giovani ebrei torinesi dal 1938 fino ai primi anni del dopoguerra. Alle 21 alla “Tenda” va in scena lo spettacolo di teatro e danza “Nella Testa, nel Cuore, nella Memoria” a cura della Commissione affari sociali e politiche giovanili del Centro di ascolto del disagio di Modena, con la partecipazione di giovani attori e ballerini della compagnia” Tempo” e del gruppo di ballo di “B-boy Toky”. Sempre alle 21 di sabato 26, al Teatro Comunale Pavarotti si svolge il “Concerto della Memoria e del Dialogo” dell’Ensemble degli Amici della Musica con la partecipazione dei giovani coristi e strumentisti del ProgettoMusica della scuola Pasquale Paoli-San Carlo di Modena (ingresso 10 euro, ridotto 5, info tel. 3296336877).

Domenica 27 gennaio le iniziative prendono il via alle 11 al Museo del deportato di Carpi con l’inaugurazione della mostra “Memorie d’infinito”, opere di Tobia Ravà, in presenza dell’artista, di Lorenzo Bertuccelli della Fondazione Fossoli e del sindaco Enrico Campedelli (alle 15 visita guidata a cura degli studenti del Liceo Fanti). Alle 17 alla Fondazione Fossoli (via Rovighi, Carpi) presentazione del libro “Parole trasparenti” con il curatore Daniele Finzi. Alle 18, nella Sinagoga di piazza Mazzini a Modena, lettura di salmi e preghiera in ricordo dei Deportati con il Rabbino Beniamino Goldstein. A seguire, letture dal libro “Bisognava farlo. Il salvataggio degli Ebrei internati a Finale Emilia” con l’autrice Maria Pia Balboni.

Alle 21 del 27 l’appuntamento è al Teatro Storchi di Modena con “La nostra lingua manca di parole. Voci per un’Europa in cerca di memorie” a cura di Ert, Fondazione Villa Emma e Comune di Modena.

Mercoledì 30 gennaio alle 21, alla sala Ulivi di via Menotti a Modena, Alberto Cavaglion dell’Università di Firenze dialoga con Claudio Siligardi dell’Istituto storico in un incontro intitolato “Gli ebrei nell’Italia unita. Paesaggi con figure”. Nel corso della serata si proietta “Sopralluoghi in Palestina” di Pier Paolo Pasolini.

Giovedì 31 gennaio, infine, la giornata della memoria organizzata dall’Università si celebra nelle zone colpite dal terremoto di maggio con la lezione magistrale di Alberto Cavaglion su “Gli ebrei nell’Italia unita”, alle 10 all’Istituto superiore “Calvi” di Finale Emilia.