In Emilia-Romagna nessun aumento di casi di meningite. Gli episodi che si sono verificati nei giorni scorsi a Bologna hanno concentrato l’attenzione su queste forme batteriche che possono portare a conseguenze sanitarie anche molto gravi.
Tuttavia, i casi registrati, pur concentrati nella stessa provincia, sono da ricondurre a germi di diverso tipo (2 da meningococco B, 2 da meningococco C e 1 da pneumococco). Inoltre, i dati del sistema di sorveglianza curato dal Servizio di sanità pubblica della Regione Emilia-Romagna, non mostrano andamenti temporali diversi da quanto riscontrato negli anni precedenti: infatti, in questo periodo stagionale, come per tutte le altre malattie a trasmissione respiratoria, si registra di norma un incremento dei casi.
Nella nostra regione ogni anno si registrano oltre 200 casi di malattie invasive batteriche, delle quali circa il 7 % sono dovute a meningococco, che causa forme invasive batteriche relativamente rare ma caratterizzate frequentemente da gravi complicanze. Oltre al meningococco, altri batteri che possono causare meningiti e sepsi sono lo pneumococco, l’Haemophilus influenzae.
È importante riconoscere il tipo di batterio responsabile della malattia, non solo per la terapia corretta da somministrare alla persona ammalata, ma anche per la possibilità di attuare interventi di profilassi dei contatti, tramite l’utilizzo di specifici antibiotici e vaccini, per prevenire casi secondari.
Inoltre occorre ricordare che per le meningiti dovute a questi batteri (meningococco C, pneumococco, l’Haemophilus influenzae) esistono vaccini efficaci e sicuri, che fanno parte dei vaccini offerti regolarmente a tutti i bambini nei primi anni di vita, agli adolescenti e alle persone con malattie croniche che li rendono particolarmente a rischio e vulnerabili a questi germi.
Normalmente il meningococco colpisce di più i bambini nei primi anni di vita e gli adolescenti, ma casi sporadici vengono registrati anche in persone adulte. Dopo l’introduzione nel 2006 della vaccinazione contro il meningococco C a tutti i bambini a 13-15 mesi di vita e agli adolescenti a 14-15 anni, si è assistito a un calo sostanziale (di oltre il 70%) della malattia dovuta a questo sierogruppo in tutte le classi di età, e alla scomparsa dei casi nei bambini sotto dei 5 anni.