Risposte poco convincenti e approccio “ragionieristico” ai problemi. La presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi ribadisce il disappunto dell’associazione nei confronti del decreto 174 sulle disposizioni in favore delle zone terremotate e critica l’operato del governo, incapace di comprendere le esigenze delle popolazioni della Bassa.

«Ci sentiamo abbandonati dal governo – attacca la presidente –, perché le risposte che ci vengono date continuano ad essere molto insoddisfacenti. Lunedì mattina tutte le associazioni imprenditoriali, Confagricoltura inclusa, si sono incontrate presso la Camera di Commercio con i parlamentari modenesi, alla presenza dei sindacati, per discutere sulle misure da affrontare per superare l’emergenza causata dal terremoto. Sembra che il mondo politico modenese abbia recepito la nostra grave situazione, al contrario del governo, che sembra non capire quello che stanno vivendo cittadini ed imprenditori dell’Area Nord. Ci sentiamo offesi dalla risposte che ci ha dato il sottosegretario all’Economia Gianfranco Paolillo, che ha definito impraticabile la proroga del pagamento delle imposte per mancanza della copertura finanziaria. Lui parla di 140 milioni necessari, per la Commissione Bilancio ne bastano 3: come si spiega una differenza così alta? Quella del governo – prosegue Bergamaschi – è una visione miope: è vero che questo governo deve fare tornare i conti, ma degli economisti lungimiranti dovrebbero scommettere e investire su un territorio produttivo come quello della Bassa, non spremerlo. Finora non abbiamo avuto niente, i fondi promessi sono rimasti sulla carta e quello che abbiamo ricevuto sono solo promesse. Se continuano questo atteggiamento da burocrati e si ostinano a fare il “compitino matematico”, il nostro tessuto produttivo è destinato a scomparire e a tornare ai livelli del dopoguerra».

La presidente Bergamaschi non risparmia neppure i vertici della Regione Emilia Romagna: «Siamo stanchi di sentire da Errani che va tutto bene, perché semplicemente non è vero. Gli imprenditori agricoli della Bassa sono in fermento, è una situazione che potrebbe esplodere ed è ora che se ne rendano conto anche a Roma».